Pacchi alimentari per i meno abbienti: un commento alla proposta dell'amministrazione Trump

Un commento a questa notizia dell'Independent letta su OKNOtizie


Secondo me, non è poi un'idea del tutto malvagia, da scartare a priori. Va certamente valutata e va stabilito cosa ci deve essere nelle razioni. Psicologicamente potrebbe avere un impatto meno pesante rispetto ad andare in un negozio e presentare il buono alimentare, in quanto immagino che ci saranno punti di distribuzione diversi dalla rete commerciale. La componente psicologica non è mai da sottovalutare nelle questioni sociali ed economiche, soprattutto nell'epoca dell'interconnessione, della condivisione a tutti i costi e dell'ostentazione delle apparenze.

La Sig.ra Cremaschi, attuale Assessore alle Politiche Sociali della Regione FVG, ora candidata alla Camera dei Deputati, durante un incontro di qualche anno fa, mi chiese perché insistevo sull'allargamento della carta famiglia, piuttosto che concedere aiuti diretti (tipo contributi, sussidi o altro). Le risposi che se avessero allargato la carta famiglia a tutte le famiglie con vario grado di sconto, poteva andare dai grandi distributori dicendo: ti porto un pacchetto clienti di un milione e duecentomila persone, vedi di fare un prezzo ad hoc. Oltre al fatto che il senso di imbarazzo si sarebbe attenuato se l'avessero avuta tutti, rispetto ai pochi, sempre per la questione psicologica.

Foto da Foxnews.com
All'epoca mi chiese anche una riflessione scritta, dicendomi che in linea teorica era una cosa da valutare. Poi, però, mi pare che non ne abbiano fatto nulla, lasciando la carta alle sole famiglie con figli.

L'idea dei pacchi alimentari di Trump, secondo me, non è poi così brutta come viene dato da intendere tra le righe dell'articolo dell'Independent. Ma è comprensibile che in questo clima di feroce antitrumpismo incondizionato, ogni occasione sia valida per criticarlo e metterlo in difficoltà. Ci sta, è il gioco della politica.

Saremo dei romanticoni, ma qualche volta ci piacerebbe leggere, anche sullo stesso giornale, due analisi contrapposte sullo stesso argomento. I giornali che vanno sempre da una parte (o dall'altra) a lungo andare diventano solo strumenti politici per gestire feudi elettorali

Saluti
Mstatus

Venezuela oggi: un possibile futuro scenario italiano?

Spin-off di Mstatus dell'articolo di Vidocq

In risposta al collega Vidocq, faccio un'aggiunta alla sua riflessione già apparsa in queste pagine sull'attuale gravissima crisi socio-economia venezuelana: La crisi alimentare in Venezuela ed altre considerazioni sociopolitiche.

Quando le ricchezze di uno stato o di un intero pianeta sono concentrate nelle mani di pochi, il sistema è marcio e collassa su sé stesso. Per quanto riguarda l'Italia i mali li sappiamo, compresa la parvenza di benessere (che non c'è) lasciata ai molti che hanno poco per non farli prendere coscienza. Quanti dei molti che hanno poco devono scegliere se pagare le bollette o fare la spesa o pagare le tasse, e via di seguito? Ma cosa sono disposti a fare i molti che hanno poco, tra una partita della Juventus e l'altra, per rimpiazzare il sistema? 

Per quanto riguarda il distacco sempre maggiore tra le classi sociali (compreso quello culturale superiore dei radical chic), il comunismo teorizzava (e teorizza) che collettivizzando l'economia si sarebbero eliminati i conflitti di classe. Dove hanno provato ad applicarlo (concretamente) si è vista la sostituzione della precedente classe aristocratica sfruttatrice, con una altrettanto sfruttatrice classe burocratica dominante di partito, con la necessità di mantenere il sistema con il pungo di ferro (inevitabile). 

Supermercato venezuelano che rende bene l'idea della situazione attuale in costante peggioramento. Si riscontrano, tra le altre cose, numerosi casi di denutrizione, soprattutto tra bambini e anziani.
Parlando dell'Italia, ipotizzando uno scenario venezuelano, che cosa accadrebbe in una grande città come Milano, o Roma, se gli abitanti iniziassero a trovare gli scaffali dei supermercati vuoti e lo Stato non fosse in grado di sopperire ad un minimo fabbisogno alimentare interno? Coloro che oggi parlano, tanto per dare aria alle tonsille, dall'alto del loro scranno da salottino tanto buonino, sarebbero i primi a fare a calci e pugni pur di sfondare la fila. 

Un po' come i rossi paesani, in particolare della zona morenica post rurale friulana, che sono tutti pro rom, profughi, e chi più ne ha, più ne metta. Però, se gli metti il campo rom o profughi sotto casa, non hai neppure iniziato a fare i lavori che già vanno in Comune a protestare.

Spocchia Radical Shit vs crudezza della realtà. Chi vincerà? Ai posteri l'ardua sentenza.

Saluti
Mstatus

Fonte immagine: AgenPress.it

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