Perché la democrazia non è risolutiva - Vittorio Sgarbi

Perché la democrazia non è risolutiva?

La democrazia è la condizione più avanzata che il potere assume nel rispetto della volontà dei cittadini. Quindi è evidente che le dittature o qualunque forma di oligarchia (che comunque non si annulla perché l'oligarchia è in ogni caso quello che tocca a pochi rispetto ai tanti che li hanno eletti, quindi il potere dei pochi è inevitabile)... 

Nei suoi ultimi tempi Gheddafi diceva che la democrazia o è democrazia di tutto il popolo che ha lo stesso potere dal primo all'ultimo, oppure è diecicrazia/venticrazia/trentacrazia a seconda di quelli eletti che prendono il posto di quelli che li hanno mandati. Quindi la democrazia è misurata sulle poltrone che occupano gli inviati a rappresentare il popolo che li ha eletti o che li ha nominati. Questo è, in maniera quasi burlesca, un modo per far capire che la democrazia non esiste. Potrebbe però esistere in alcuni Paesi, pensiamo agli USA o all'Inghilterra o anche all'Italia dove un'abitudine a limitare il potere di chi comanda fa sì che sia garantito ai cittadini di non patire la prepotenza o lo strapotere, che è tipico delle dittature.

Però se questo è il correttivo che rende la democrazia la forma più avanzata e più libera di potere, è vero che essa non è soddisfacente perché in quanto chi ha potere lo esercita, e una volta che è delegato da te, ti può ignorare o può sfuggire al tuo mandato. Tu (come la Costituzione indica e taluni vorrebbero mutare) sei al potere senza vincolo di mandato, puoi cambiare anche la parte politica rispetto a quelli che ti hanno eletto. Questo essere senza vincolo di mandato è la libertà dell'eletto, ma è anche la possibilità di non essere in un rapporto di scambio con chi lo ha mandato. 

Quindi, il divertimento, il gioco di questa condizione è: maggiore libertà, ma anche maggiore rischio. Ebbene, il limite della democrazia è nella qualità degli uomini! Quanto più la democrazia è estesa tanto più è modesta la qualità degli uomini espressi. Quindi deriva uno scetticismo nei confronti dei governanti perché chi li osserva non ha soggezione, ne intende la minorità, ne intende i limiti, ne intende la mancanza di grandezza. 

E' chiaro che la grandezza intesa come il dominio del più forte diventa dittatura, ma c'è una grandezza diversa, che è la considerazione che il popolo ha, di chi lo rappresenta. Ci sono degli uomini di potere che hanno rappresentato il loro popolo in maniera così alta da compiacersi il popolo del loro potere, cioè da stimarli e ammirarli. In quel caso la democrazia non è soltanto l'elezione di qualcuno in virtù dei numeri che ha preso, ma è la considerazione che il popolo ha dell'eletto. 

Quello che manca da molto tempo in Italia è la considerazione dei potenti. Da molti anni, diciamo da De Gasperi in avanti, forse De Gasperi e Togliatti, che hanno rappresentato due estremi molto forti e molto autorevoli. La politica è testimoniata da figure che molto spesso sono molto meno capaci o intelligenti degli elettori che li votano. Questo è detto in maniera essenziale nell'idea di Tommaso Campanella quando si occupa del potere. E dice proprio questa cosa che dobbiamo considerare l'elemento essenziale e mancante nella nostra democrazia, cioè la stima per chi guida e per chi comanda

Insomma, tutto questo per dire che l'uomo di potere è tale se ha la stima e la considerazione di chi lo ha eletto, che lo ritiene naturalmente superiore. Sente la propria inferiorità, che non è una inferiorità basata sulla democrazia insufficiente, è una inferiorità basata sulla conoscenza. Chi comanda deve sapere di più, deve capire di più. L'inferiorità del cittadino dev'essere come quella dell'allievo rispetto al docente, di quello che si affida al sapere dell'altro.

Un uomo che non è stimato, che non è ammirato, che non è considerato superiore, non può essere un uomo di potere.

Fonte: Cosa significa "democrazia"? - Vittorio Sgarbi

Il metodo del capro espiatorio ai giorni nostri

Il "capro espiatorio" ha una matrice religiosa (che si adatta ad altre forme sociali), e in sintesi si dice: per il bene di tutti, individuiamo la causa dei mali della comunità e la sacrifichiamo (talvolta persone, animali, ecc.), togliendoci di torno i mali. Se qualcuno nota quando accade qualcosa per primo viene detto la colpa non è mai mia, ma di qualcun altro (capro espiatorio), che si è disposti a sacrificare. Un certo Renè Girard ha elaborato il concetto anche pur restando essenzialmente in tema religioso. 

Dal canto loro i radical chic (da alcuni simpaticamente detti "radical shit"), riguardo il tema migranti, col loro format del semo tutti bravi, bboni, accogliamo tutti, e tu che dici che si tratta di un problema sei un fascio, ecc. ecc., hanno contribuito a rafforzare il concetto del "capro espiatorio migranti" nella percezione comune nella maggioranza delle persone. A ciò si aggiunge anche la politica rossa: accogliamo tutti, però la rogna ve la sbologniamo a voi (comuni, ecc.). 

Se teorizzo un concetto, a livello di propaganda, poi prendo un fatto rigorosamente vero (anche marginale) e lo porto a diventare il male comunemente condiviso dalla maggioranza dell'opinione pubblica nel giro di qualche anno (in modo sottile e non grossolano come fa la Lega). Dopo qualche anno, la percezione è che la causa dei mali sia ICS (qualsiasi, se mettete banche, banchieri e bancari forse anche prima), e diventa una cosa impersonale (non picchio una persona, ma quello che rappresenta, la causa di tutti i mali e non provo rimorsi). 


Dalla "banalità del male" emerge che, per esempio, le SS erano delle persone "normali", quelle che incontri tutti i giorni, tanto è che alla fine chi si salvò e non venne inquisito, tornò a casa a fare il maestro, il panettiere, ecc. 

In sintesi il concetto mentale è: se ho la casa invasa dagli scarafaggi, non mi faccio remore morali, li stermino e basta. Per cui puntare il dito dicendo che chi ha eseguito il pestaggio di un migrante, di un banchiere, di un politico, o chi per loro, è un animale, una bestia, ecc. (stesso discorso sentito per le SS), secondo me, è improprio, in quanto in maggioranza le persone cosiddette "normali" potenzialmente lo possono fare, compreso chi grida vergogna.

Anzi, soprattutto chi grida vergogna, che spesso è banalmente soltanto un estremista della fazione opposta.

Saluti
Mstatus

Il necessario ed il superfluo

Fino a che i molti che hanno poco non prenderanno coscienza della loro condizione, non ci sarà niente di nuovo sul fronte occidentale, la solita minestra che verrà digerita come dal manuale di Chomsky. 

Il capitalismo occidentale in perfetto stile manuale di gestione delle masse, lascerà sempre una parvenza di benessere che non c'è (basta vedere i dati Istat sulla situazione della povertà), spostando l'interesse dal primario (mangiare, bere, ecc.), al superfluo. Se mi accorgo che non riesco a prendere da mangiare, e non ho più nulla da perdere oltre alla vita, sono più disposto a regolare i conti, rispetto a rinunciare, ad esempio, alla ricarica del telefonino. 

Il sistema, pertanto, farà di tutto per evitare che i molti che hanno poco prendano coscienza della loro condizione, ben conscio dei pericoli che ne potrebbero scaturire per il sistema stesso. Alla fine tutte le unità carbonio ossigeno possono essere terminate, e nessuno vuole correre il rischio. 


Per ora c'è un potenziale esercito di 5 milioni di disperati che, però, ancora non sono disposti a prendere il forcone in mano.

Saluti
Mstatus

Emergenze: Allarme Rosso!

Emergenza incendi (su 32 elicotteri si riesce a farne decollare 4), emergenza climatica, emergenza sanità, emergenza migranti (un ministro della repubblica recentemente in viaggio per l'estero rientra all'improvviso per timore che crolli tutto il palco), sicurezza nelle strade ballerina, emergenza di qua, emergenza di là, ecc. ecc. 

La causa di tutti i mali, però, è una serie di cariatidi che si divertono a fare la gita annuale con la corrierina a Predappio, o a andare a prendere il sole nelle spiagge "fasciste" sotto Chioggia. Addirittura qualche politico vorrebbe demolire manufatti del ventennio che, tra l'altro, dopo tanti anni sono ancora là e non sono crollati dopo l'inaugurazione fatta sotto Natale, a Capodanno.


Nel contempo ci sono anche 5 milioni di poveri che sarebbero un esercito imponente qualora si unissero è formassero un corpo di armata unico.

Allarme rosso: c'è stato il terremoto, la casa è crollata, il babbo è morto, la mamma è morta. Va tutto bene!

Saluti
Mstatus

Tricesimo 2017: promesse in campagna elettorale un tanto al chilo

Nonostante in campagna elettorale in modo trasversale si sia tanto decantata la trasparenza, la necessità di utilizzare i social e il web in generale( con tanto di relativa promessa da marinaio?), per dare conto al popolo bue di quanto accade in consiglio, ecc., ecc., ecc. facendone un vanto e punto di forza nei rispettivi programmi, niente di nuovo sul fronte occidentale e si è dovuto attendere il solito articolo sul Messaggero Veneto per avere un minimo di resoconto della prima riunione consigliare del 29 giugno. Sui social, e in particolare sui gruppi FB tricesimani, ho letto soltanto un ammasso di salamelecchi standard nei confronti del vincitore (tipo la balla dell'opposizione costruttiva, ecc.), che più da commenti politici, paiono il chiacchiericco nel club delle comari paesane.

Ho trovato un post sulla pagina di Lucia Benedetti Consigliere comunale di Tricesimo che, però, si è limitata a narrare le proprie sensazioni sui banchi dell'opposizione, ma non ha riferito sui propri interventi in consiglio. Agli 830 elettori che l'hanno votata perché non volevano Baiutti, interessa poco delle sue sensazioni, riferisca in modo sintetico su quello che fa come opposizione.

Neppure quelli che si sono presentati come il rinnovamento hanno scritto qualcosa, nemmeno qualche riga tipo scalmane di comari che hanno trovato la farmacia chiusa e tra una botta di ferro da stiro e l'altra, e una misciata di padella e l'altra, espongono i loro alti pensieri aspettandosi di ricevere il premio Pulitzer.

In foto la nuova Giunta di Tricesimo, tratta dal Messaggero Veneto. In ordine da sinistra a destra: Renato Barbalace, Barbara Jannis, Giorgio Baiutti, Alessandra Vanone, Federico Artico, Gianni Patriarca
Tutti assieme appassionatamente! Quello che mi fa sorridere è che tutti parlano di utilizzare i social, il web, per dar conto dell'attività politica locale, poi, se qualcuno mantiene ciò che diceva in campagna elettorale e si video riprende gli interventi, scoppia la terza guerra mondiale, oppure si dimenticano di ciò che dicevano e non anticipano via social ciò che combinano nelle sedi istituzionali. Un tanto di cappello a Renzi (per quanto discutibile sia come personaggio), che la prima cosa che faceva e fa è di dare conto in anteprima, rispetto alle agenzie, coi 140 caratteri su twitter.

Buona Domenica!

Saluti
Mstatus

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