Tricesimo, 6 settembre 2014: Scent of a Woman?

A Tricesimo, per il prossimo 6 settembre, la locale Pro Loco, in collaborazione con la Consulta Giovani, altri comitati e associazioni locali, ha organizzato l’evento "Notte Rosa", nel corso del quale, oltre al consueto intrattenimento, alle degustazioni gastronomiche locali, è prevista la selezione per il concorso di Miss Mondo e una serie di iniziative sul tema, oggi molto doloroso e più che mai attuale, della violenza sia domestica, che generale sulle donne.

Nella nota diffusa dalla Pro Loco si legge: “rappresenta un punto di svolta nella vita associativa cittadina rispetto al passato, e per il futuro è nostra intenzione organizzare un progetto comune condiviso da tutte le associazioni e comitati locali, ridando "vita" per quanto possibile a Tricesimo con una serie di eventi periodici e regolari legati alla cultura, alla "mondanità", alla valorizzazione delle nostre attività locali, e a temi di natura sociale”. L’iniziativa ha prodotto nell’opinione pubblica cittadina, com’era prevedibile, una serie di reazioni sia positive che di critica.

Una cosa è certa, le ragazze e le Signore (anche quelle meno giovani), che partecipano all’organizzazione dell’evento, ci stanno mettendo l’anima ed il cuore per la riuscita dello stesso, nonostante talvolta si trovino di fronte ad un proprio e vero fuoco di sbarramento. 

Riusciranno le nostre ragazze e Signore a sconfiggere i vari orticelli di guerra del Fiero alleaten Galeazzo Musolesi? 

A me, oramai anziano e forse anche un po’ rimbambito, non resta che lo “Scent of a Woman” e la scena cult del tango di Gardel.

Che dire? Forza ragazze, la Notte Rosa sta per arrivare!!!

Saluti
Mstatus

Maniago tra leggende e tradizioni - Parte II

Natale arboreo

Secondo un'antica leggenda, le piante nascono dagli dei e dai corpi delle ninfe. Sono considerate, giustamente a mio avviso, sacre. Una tipologia in particolare è degna di questo aggettivo: le erbe medicinali. Alcune di esse sono circondate da un alone di magia e di arcaico mistero. Per il Santo Natale a Maniago ci si dedicava alla raccolta di tali erbe per portarle alla Messa della mezzanotte perché potessero essere benedite dal prelato, aumentando così la loro efficacia.

Vischio

La raccolta del vischio, ritenuta pianta magica dai latini, ha origini molto più antiche di essi, essendo una tradizione druidica. A Maniago, e non solo, si soleva pestare le bacche gelatinose del vischio per crearne una specie di crema che ricordava il seme maschile. La crema veniva poi spalmata sul ventre delle donne per aumentarne la fecondità. Forse questo è uno dei motivi per cui, ancora oggi, il vischio sia collegato a credenze propiziatorie di stampo amoroso.

Rosmarino
Le piante di rosmarino, altrimenti note col nome fascinoso di "piante di rugiada marina", venivano raccolte nella notte di natale e nella vigilia per essere bruciate in particolari bracieri dedicati a placare le anime in pena e assicurare ai defunti una permanenza serena nell'aldilà.

Una leggenda vuole che la Vergine Maria asciugasse i pannolini del bambin Gesù proprio sui rami di rosmarino. Non sembrerà carino, ma si tratta pur sempre della cacca di un dio.


Ginepro

Il ginepro veniva raccolto per diversi motivi. Innanzitutto perché emanava un piacevolissimo profumo, soprattutto quando veniva bruciato. Rami di svariate dimensioni bruciavano nella notte di natale nei focolari di tutte le abitazioni. Naturalmente le bacche di questa pianta venivano, e vengono tutt'ora, usate largamente in cucina, per affumicare prosciutti e salami, o speziare gli arrosti o piatti di cacciagione.

A donare al ginepro un retroscena religioso è il libro di Amedeo Costa, del 1621, che la definisce una pianta curativa se non addirittura magica, in quanto capace di scacciare i serpenti (tipico simbolo cattolico per il Male). Nel libro si trovano anche indicazioni di come usare le bacche per estrarne un succo in grado di contrastare il veleno delle vipere, di come inalare i vapori di esse per disinfettarsi e favorire la respirazione. Funziona? Non lo so, ma vi sconsiglio di testarlo con le vipere.

In questo caso la leggenda affascinante vuole che la Sacra Famiglia si sia nascosta in un fitto cespuglio di ginepro al passaggio di Erode e i suoi sgherri.

Due arcane novelle

Tra tutte le strane storie, e non sono poche, che circolano attorno a Maniago, sicuramente le più curiose ed interessanti sono queste.

Leggenda della buona Anguana

Una brava donna di Poffabro, recatasi a Maniago per il giorno di mercato, si imbatté, al suo ritorno, in quella che le parse una salamandra in procinto di partorire. La donna disse "Povera bestiola! Ti potessi assistere nel momento del bisogno!". A quanto pare queste parole ruppero una sorta di incantesimo, o meglio, un maleficio ai danni di un'Anguana (creatura simile a una ninfa) che immediatamente tornò alla sua splendida forma originaria e benedì la donna, dicendole "Fila tela per i vestiti dei tuoi figli e per la tua famiglia.". 
La donna tornò a casa e cominciò a filare, per i figli e per tutta la sua famiglia. Sembrava che la tela fosse infinita, da quel giorno la donna non smise mai di filare. I suoi figli continuarono a filare, i figli dei suoi figli pure, fino ai figli dei figli dei suoi figli. Un giorno la famiglia se ne andò da Poffabro, apparentemente senza motivo e senza meta, e non fece più ritorno. Da allora non si hanno più notizie di loro.

Il vecchietto e il pastore

Un giorno, sulla strada per Frisanco, un povero pastore incrociò un vecchietto, malconcio, gozzo, zoppo ed orbo, che volle trattenerlo per una conversazione. Gli chiese informazioni su come andava il mondo, come andava la sua vita, quale fosse la sua situazione famigliare ed economica. Il vecchietto gli disse di seguirlo, perché lo avrebbe accompagnato ad un prezioso tesoro. I due camminarono per tre ore, fino a quando arrivarono in un boschetto di nocciole. A questo punto il vecchietto aprì una porta nascosta, mimetizzata tra le piante, e disse al pastore di seguirlo. Il pastore si ritrovò in una grande sala con mucchi di carbone in ogni angolo e il vecchietto gli disse di passare una volta alla settimana e prendere tre manciate di carbone, a patto che non lo dicesse mai a nessuno. Il pastore così fece, ogni settimana si recò nel salone del carbone e si accorse, solo dopo averlo preso in mano, che il carbone in realtà era denaro.
Il pastore da quel giorno poté godere di una vita più che dignitosa, ma per quanto lo abbia cercato, il vecchietto non fu più trovato.

Fine.

Saluti
Vidocq

(Fonti: Wikipedia; libro "Guida insolita del Friuli"; sito www.enrosadira.it; sito www.campiglia.net; sito www.tantasalute.it;blog bestyledistrict.wordpress.com; racconti di una strana prozia)



Maniago tra leggende e tradizioni - Parte I

Quando si parla di Maniago, la prima cosa che viene in mente è "la Città del Coltello". D'altronde questa è l'arte che maggiormente rende nota la località in Friuli e fuori da esso, ma ci sono molte cose da raccontare della silente cittadina al centro della provincia di Pordenone...

Presunte origini dell'arte fabbrile

Le origini di questa straordinaria arte sono assai antiche, il primo fabbro ufficialmente riconosciuto è infatti Tubal-cain, nipote nientemeno che di Caino. Nella Bibbia viene definito (nel libro della Genesi) "l'artefice di ogni sorta di strumenti di bronzo e di ferro". L'archeologo T. C. Mitchell afferma che "Egli scoprì la possibilità di fucinatura a freddo, di primordiale bombatura del ferro meteorico", altri ricordano Tubal-cain come un chimico, un costruttore d'armi, un assassino, un esperto di arti marziali e tante altre cose. Nei secoli dei secoli (tanto per restare in tema biblico) l'arte si diffuse in ogni angolo del globo, migliorò, vide un'evoluzione straordinaria, nessun materiale rimase immune all'arte considerata, pensate un po', addirittura di origini demoniache

Fin dall'Alto Medioevo, la cittadina di Maniago dovette sostenere una pesantissima rivalità con la città spagnola di Valladolid per assicurarsi il primato della produzione di spade, principale impiego dell'arte fabbrile dell'epoca, funestata da continui conflitti. A quanto pare risulta essere proprio Maniago la vincitrice di questa particolare competizione, mantenendo l'arte della fabbricazione di spade ed affinandola nella fabbricazione di coltelli, di cui è regina. Chef e macellai assicurano che i prodotti di Maniago sono il meglio che si possa trovare sul mercato.


Consigli agricoli

Da secoli i contadini di Maniago seguono un ferreo codice di condotta per quanto concerne l'agricoltura. In particolare si dedicano ad uno scrupoloso studio dell'astrologia e di come essa influisca nella coltivazione della terra. Seguendo le fasi lunari gli agricoltori regolano la coltivazione della terra, la semina dei campi e degli orti, l'inserimento delle piante da frutto nei boschi e nei giardini e la posa a dimora delle vigne. I lavori agricoli danno poi il ritmo alle feste contadine, a quelle patronali e a tutte le tradizioni del paese. Da segnalare l'esistenza di un piccolo libro scritto da mano anonima attorno al 1500, dal titolo "Osservazioni della Luna sopra l'Agricoltura", dove sono riportati i migliori consigli per la piantagione di alberi da frutto.


Tuttavia l'agricoltura nel territorio di Maniago e di quasi tutto il pordenonese si rese protagonista di un periodo cupo e tumultuoso della storia friulana. Durante la fine del Quattrocento, scoppiarono nel territorio numerose rivolte popolari guidate dai contadini. Le loro ragioni erano più che legittime: i contadini rivendicavano il diritto di coltivare i terreni in disuso dei nobili e dei feudatari. Un ingiusto spreco del territorio, ma alla Serenissima, che in tale epoca dominava la zona, questo interessava poco. Quando i contadini riuscirono ad occupare i terreni incolti, tra cui quelli di proprietà di alcune importanti abbazie, Venezia inviò un contingente militare, probabilmente mercenario, a sedare la rivolta e riprendere il controllo della situazione. Inutile dire che i contadini nulla poterono contro i militari, che imposero la pena capitale a tutti i rivoltosi restii a gettare le armi.

Fine prima parte. Continua...

Saluti
Vidocq

(Fonti: Wikipedia; libro "Guida insolita del Friuli"; sito del Museo dell'Arte Fabbrile e delle Coltellerie; racconti di una strana prozia)




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