Stato italiano - Tasse: dateci una spiegazione!

In questi decenni di “Seconda Repubblica”, ed in particolar modo negli ultimi anni, si sta palesando agli occhi di tutti la schizofrenica e miope politica fiscale dei vari governi che si sono succeduti nel nostro Paese; una visione perfettamente conforme all’infantile istinto “Voglio tutto qui ed ora”. Ma è evidente anche al semplice cittadino, assolutamente profano di macro economia, che questa è una concezione destinata a produrre effetti disastrosi nel lungo periodo, come infatti possiamo quotidianamente osservare. 

Certo, i macro interventi finalizzati alla costruzione di grandi opere in Italia sono stati sempre disincentivati a causa del crimine organizzato e di un sistema corrotto e clientelare; certo, i partiti politici, specie se composti da “tecnici” non eletti, hanno puntato a risolvere le questioni finanziarie nel modo più rapido e semplicistico possibile: ma è ovvio che un sistema in cui si toglie al cittadino il potere di acquisto in favore di un fantomatico Stato e di fantomatici servizi di cui mai beneficeremo è cosa malevola ed iniqua


Allora che fare? Preso atto che la crisi che ci attanaglia è dovuta ad un circolo vizioso che va stroncato alla radice, ristabilendo il potere d’acquisto in capo ai singoli ed alle imprese. La crisi europea parte proprio da una tra le maggiori istituzioni europee, cioè la Banca Centrale Europea. Gli Stati aderenti all’unione monetaria sono stati resi schiavi di un sistema che toglie i soldi ai contribuenti in favore dei burocrati europei. Noi versiamo più di quello che riceviamo; noi paghiamo la moneta europea 101 e riceviamo 100, a detrimento di tutto il sistema nazionale. Sembrerà paradossale ma è così, e in pochi sembrano capirlo.

Quindi è inevitabile, ma il primo passo per ristabilire il potere di consumo è uscire principalmente dall’unione monetaria, uscire dal sistema euro. Questo consentirebbe ai governi di alleggerire la pressione fiscale innanzitutto sulle imprese che, avendo perciò minori costi, avranno maggiori profitti e potranno incrementare assunzioni e salari. E naturalmente questo porterebbe alla popolazione prosperità e ricchezza, a beneficio di tutto il sistema Paese. 

Questo naturalmente è molto schematizzato e riassunto, ma per noi è l’unica maniera per dare vita alla tanto conclamata ripresa.

Saluti
M. R. Carter

Terra Domani: Al Salotto di Madame Chantal?


Un mese pieno di scadenze e pagamenti come un otre? Gennaio! Scade, persino, la cosiddetta mini Imu, e poco fa ai TG hanno riferito, con una dovizia tipica da propaganda pro Agenzia delle Entrate, che le poste faranno un bel “tour de force” pur di permettere ai tartassati (saremmo noi), di pagare senza fare chilometri di coda con conseguente perdita di vagonate di tempo. Per i TG della sera delle raggianti e sorridenti croniste, sullo stile di Susanna tutta panna, hanno intervistato i malcapitati di turno, in maggioranza almeno all’apparenza dei pensionati, in attesa di poter pagare la tanto amata mini Imu che darà così tante risorse per la crescita del Paese.

Scade tutto: spesometro, liste, non liste, dichiarazioni infracee, adempimenti su adempimenti, e chi più ne ha, ne metta. Adempimenti e pagamenti a non finire. Tutto ciò per quelli che a Roma dicono di aver a cuore le sorti del nostro Paese. Prossimamente l’occhio indiscreto dell’Agenzia delle Entrate entrerà persino al gabinetto? Viene da chiedersi che se ne faranno di tutta questa quantità di dati se poi l’evasione fiscale pare che migliori assai poco. Eppure sanno vita, morte e miracoli dei “molti che hanno poco”. Come mai ci impiegano così tanto per le indagini sui grossi evasori? Resta anche da capire la fine che faranno i crediti inesigibili di Equitalia pari a oltre 500 miliardi di euro. Saranno stralciati e messi a perdita con un ulteriore collettivo aumento di un qualcosa per coprire il buco? Intanto paga, poi ci pensiamo!

Si continua a discutere, pure, sulla cosiddetta legge elettorale che pare accontenti tutti e nessuno. Non si capisce molto, salvo assistere al solito mercato delle vacche: tu molli qualcosa a me, e io mollo qualcosa a te. E via la legge è servita come fosse un piatto di fagioli alla Bud Spencer. Il cosiddetto salva Lega sembra sia stato tolto, in compenso pare abbassino le percentuali di accesso, e ci sia la possibilità di coalizioni. I partiti fu stampella del Cavaliere, ritorneranno, pur di passare, a rifare da stampella?

L’unica cosa certa è che rispetto a tutta questa confusa ed ingarbugliata situazione, sarebbe preferibile l’attesa al Salotto di Madame Chantal.

Italicum o ital'-incul ?

Dario Calligaro

Terra Domani: Italicum o Minestrone?


Dopo l’avvento dell’era del nuovo segretario del PD, il rottamatore, in questi giorni non si fa altro che parlare della legge elettorale. Ai TG, vari numeri tanto sono tutti più o meno uguali, delle eccitate conduttrici parlano di “Mattarellum”, “Porcellum” e ora, a quanto pare, di “Italicum”, come fossero dei capi firmati di biancheria intima femminile. Un amico maremmano, direbbe: Maremma mutandina femminile mal lavata! 

Si parla, pure, di una modifica sul calcolo dello sbarramento adattato come un paio di bretelle su base “territoriale”. Alcuni lo definiscono già il “salva Lega Nord”. Lega Nord che preoccupata per essere data nei sondaggi sotto la soglia del 4% pare corra alla corte di Marine Le Pen (bella la foto di Salvini con la Le Pen), cercando di ottenere qualche punto in più per l’audience nazionale. 

Matteo il rottamatore ha messo in moto tutto il meccanismo. Tutti quanti sotto e all’opera per la scelta tra proporzionale e maggioritario. Una cosa certa è che a noi, il popolame, sia in un modo, o sia nell’altro, non ci arriveranno grosse meraviglie. Niente di nuovo sul fronte occidentale.

Oggi, domani, dopodomani e via a piacere, ci sorbiremo un po’ delle chiacchiere col distintivo dei professoroni nei salottini bene della TV che ci racconteranno un sacco di balle sulle modalità di elezione. Verranno, pure, scritte milioni di righe di spiegazioni, e dotte citazioni sulla carta stampata. Grillo, invece, tira via dritto, e propone una consultazione per la legge elettorale sul web. Il vantaggio? Il costo è già compreso nel canone fisso dell’ADSL, rispetto ai professoroni che, con le loro grosse natiche ben poggiate nelle poltrone degli studi televisivi a qualche migliaio di euro a botta, ci racconteranno la storia dell’orso Yoghi. 

Dopo l’incontro del rottamatore con il Cavaliere, in casa PD c’è una certa maretta, proprio per il caso nazionale della legge elettorale, o meglio per la legge che sarebbe la causa di tutti nostri mali come così ben propagandato già da prima della campagna elettorale, a tutt'oggi, e pure domani. Persino la Serracchiani, dal profondo nord-est terra di confine, se la prende col Ministro Zanonato per il caso relativo alla Electrolux. Insomma un casotto grande come un condomino di 20 piani, del quale noi poveri mortali non ne capiamo più nulla. Non importa, siamo di fronte bassa, ma con le spalle larghe.

Proporzionale o Maggioritario? Ma che ce ne frega: “Bast 'a salute e un par de scarpe nove E poi gira' tutto er monno”. 

Dario Calligaro

Terra Domani: lo zero virgola abbaia alla Luna?


Alcuni movimenti politici di stampo nazionalistico che raccolgono sistematicamente alle elezioni nazionali o locali lo zero virgola, pare che abbiamo la predisposizione naturale per abbaiare alla luna. Pur presentando delle proposte che possono essere condivise da una buona percentuale di cittadini, pare si applichino per mantenere tale percentuale allo zero virgola, anziché provare a fare in modo di crescere un po’ iniziando ad avere un certo peso, radicandosi di più sul territorio. 

In sostanza pare che il loro godimento derivi dalla sterile provocazione fine a se stessa, per quanto possa essere condivisibile, ed è ovvio che l’opinione pubblica poi si defili ritenendoli gruppuscoli di estremisti esaltati, e non abbia la convinzione che possano fornire una credibile alternativa all’ attuale marciume del sistema. 

Quello che fa sorridere è che questi signori hanno pure la pretesa di dare le lezioni agli altri in un modo grossolano e approssimativo, quasi peggiore di quello usato da certi intellettualoidi da salotto appartenenti residuati bellici di una sinistra oramai in via di estinzione, e che di sinistra non ha più nulla, neppure l’eskimo che per l’apparenza cerca ancora di indossare. 

Duri, puri, onore e gloria. Il problema è che si propongono per dirigere il Paese, ma è probabile che non siano in grado di partire su di un treno in orario. Quando c’era Lui almeno i treni arrivavano in orario.

Leggendo certi comunicati stampa, composti da chi probabilmente ritiene che ancora ci sia ancora il Ministero della Cultura Popolare, oltre a far cascare i pantaloni, fanno cascare pure le mutande. Si vuole mantenere lo zero virgola? Benissimo! Si abbia, però, l’accortezza di palesarlo. Si vuole abbaiare alla Luna? Si può fare, ma la si smetta come la psicologia del “compito inutile”. 

Fatti, non parole, e i fatti sono uscire dallo zero virgola. Strano che sia un’anomalia diffusa a livello nazionale, visto che in altri Paesi le percentuali sono molto più alte e hanno un certo peso nella vita politica e sociale.

Fatti, non parole, o si esce dallo zero virgola o si abbaia alla Luna. Il passante che, però, vede qualcuno abbaiare alla Luna o si mette a ridere o lo ritiene da ricoverare in apposita struttura sanitaria da ripristinare a seguito della chiusura dovuta alla Legge Basaglia.

Anatomia di uno scacco?

Dario Calligaro

Terra Domani - L'Ultimatum del Coordinamento 9 Dicembre

Dopo circa un mese dalla sua nascita, il movimento “9 Dicembre” lancia un nuovo ultimatum per il prossimo 9 gennaio 2014 prevedendo manifestazioni di protesta presso i palazzi dei Consigli Regionali, e con una successiva probabile mobilitazione di massa a Roma presumibilmente per il giorno 18 gennaio. La richiesta è sempre la stessa: intimazione all’attuale Parlamento e Governo di "andarsene a casa". 

Al di là del mercato delle vacche sui numeri, si constata che l’interesse dimostrato dall’opinione pubblica nei confronti delle manifestazioni di protesta proposte da questo movimento apartitico e di popolo appare, comunque, ridotto. I numeri in campo sono risibili, e si constata una sorta di compattazione collettiva da parte del sistema. Nonostante ultimatum, proteste con connessi ed annessi, nulla è cambiato.

I militanti del “9 Dicembre”, presenti nei vari presidi, lamentano il fatto che la popolazione non dimostra un serio interesse ai problemi in cui sta versando il nostro Paese, e che l’opinione pubblica resta sostanzialmente indifferente alle varie iniziative proposte. Spesso, però, i passanti non comprendono molto bene che cosa chiedano o perché siano lì i militanti del movimento. Come sperare, dunque, che vi sia una mobilitazione più massiccia? Per esperienza diretta a Udine alla manifestazione del 14 dicembre scorso, parteciparono oltre 1500 cittadini, che se confrontati al numero di persone che si recano allo stadio Friuli alla domenica per la partita dell’Udinese risulta un numero piuttosto ridotto.



Si ha la sensazione che la comunicazione del movimento appaia alquanto approssimativa, e spesso venga usata la parola “Rivoluzione” senza, indicare, però, dove in concreto si voglia andare a parare. In che cosa consisterebbe questa rivoluzione? Parlatene bene o parlatene male, l’importante è che se ne parli. I media canonici, comunque, nelle scorse settimane, hanno riservato uno spazio alle iniziative del movimento “9 Dicembre”. In linea di massima la comunicazione appare rivolta dall’esterno verso il movimento, piuttosto che all’inverso. O meglio, se propongo qualcosa, dovrei fare in modo che ciò che propongo sia comprensibile all’esterno, piuttosto che resti all’interno irridendo chi non la pensa come me. Inutile dare ipoteticamente dell’ignorante a chi, magari, non presta attenzione e continua nell’indifferenza. Ci si interroghi perché i “molti che hanno poco”, potenzialmente un esercito di 10 mln di persone, non diano la propria disponibilità a partecipare alle iniziative proposte.

Per l’ultimatum intimato vien da chiedersi: Ma che cosa farà il movimento “9 Dicembre” se non otterrà soddisfazione? Se quelli non se ne vorranno andare a casa che farà il “9 Dicembre”? Entrerà dentro ai palazzi e porterà fuori gli inquilini prendendoli per il lobo dell’orecchio?

L’armata Brancaleone? Non spetta a noi giudicare, si può solo constatare che il movimento non ha ricevuto, e non sta ricevendo una grossa attenzione da parte dell’opinione pubblica. La rivoluzione fino ad ora non c’è stata, e si dubita che ci potrà essere al 9 Gennaio nonostante gli ultimatum, ed il motto “Che Dio ci benedica”. Per il resto nulla di nuovo sul fronte occidentale, tutto come prima: suicidi da disperazione, tasche vuote, difficoltà alla seconda settimana del mese e nessuna speranza per il futuro. Lacrime a manetta, però, per un personaggio famoso in coma con rispettive visite guidate all’ospedale, e prenotazioni per il suo funerale.

Terra Domani Friuli VG
Dario Calligaro

Se resti indifferente sei un loro complice!

Un gruppo di cittadini, preoccupati per i densi nuvolosi che si stanno formando all’orizzonte del neonato 2014, ha ritenuto di dare un segno del diffuso malcontento popolare, trascorrendo la fine dell’anno 2013 presso il presidio del “9 Dicembre” a Collalto di Tarcento (UD), in prossimità della SS Pontebbana. Persone pacifiche si sono trovate e hanno atteso la fine dell’anno e l’inizio dell’anno nuovo al presidio del “9 Dicembre”, catturando la curiosità dei passanti.

Una serata in cui si è discusso, attorno al fuoco, dei problemi che affliggono il nostro Paese e di ciò che potremmo aspettarci per il futuro. Futuro che si presenta all’orizzonte piuttosto scuro e nuvoloso, e nel quale non si intravedono segni di una possibile ripresa, nonostante le dichiarazioni in merito a luci e lucette varie del Premier del governo del “tutti assieme appassionatamente”. 

Problemi concreti di ogni giorno, o meglio i problemi che ci troviamo sulle spalle e che la “politica” continua ad ignorare, e ai quali, spesso non sappiamo come far fronte. L’unica cosa certa è la comune percezione di un diffuso disagio o malcontento popolare, e che i nostri rappresentanti non ce la stiano raccontando tanto giusta. Uomini, donne, padri e madri di famiglia, piccoli artigiani, commercianti, agricoltori, allevatori e operai di ogni “parte politica” tutti con una domanda: che fine farà il nostro Paese? E soprattutto che fine faremo noi? 

Neppure il discorso di fine anno alla Nazione del Presidente della Repubblica ha destato l’interesse dei convenuti che, oramai, di parole ne hanno proprio abbastanza. Le parole vuote di sostanza se le tengano pure i signori politici e i signori intellettualoidi da salotto. Ora si pensi a come evitare l’affondamento del nostro Paese e a dare una speranza per il futuro ai comuni mortali.

L’agricoltore, l’allevatore, l’artigiano, il commerciante, l’operaio e tutti quegli uomini e donne di buona volontà vogliono continuare a vivere. Chi sarà il prossimo aspirante suicida? 

Va tutto bene? Da quello che si sente in giro, notizie prese sul campo, molti italiani sono rimasti a casa, magari in compagnia di un cotechino o di qualche salame. All’automobilista burlone che ieri sera ha gridato “Andate a lavorare”, si può solo far presente che ora, magari, lavora, ma che domani forse potrebbe trovarsi a casa e a piedi.

Tu che ieri sera sei passato sulla Pontebbana, e hai visto il gruppo di persone presente al presidio di Collalto di Tarcento, rifletti. Pensi forse che quelli che hai invitato ad andare a lavorare fossero lì per divertimento o per sport? Ma chi glie lo fa fare di uscire per l’ultimo dell’anno e di starsene all’aperto ricordando ai passanti che nel Paese la Speranza se ne è fuita e che c’è un diffuso malcontento popolare? 

Nel frattempo il Presidente di tutti gli Italiani, dava lettura nella scenografia della sua scrivania di lavoro, almeno dai resoconti della stampa di oggi primo giorno del 2014, delle mail ricevute dai cittadini. Grazie Presidente e grazie a tutti lor signori politici per avere così a cuore le sorti nel nostro Paese e degli Italiani!

Erano, o meglio eravamo in pochi, tanti? Non importa quanti, noi c’eravamo, e tu?

Dario Calligaro

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