La "banalità del male" a Pavia?

(qui link alla notizia: la Repubblica)


Per ora è solo una frase buttata lì. Tra qualche tempo, con l'aggravarsi della pandemia e soprattutto con l'arrivo della depressione economica, gli anziani saranno il capro espiatorio

Ultimamente ho notato che questo è un pensiero che inizia a diffondersi. Mi è capitato di sentire commenti in tal senso persino in alcune comunità presunte illuminate e superiori. Tra l'altro, prima degli ultimi dpcm (sigla che porta alla mente il sesso anale senza burro), si ipotizzava di ghettizzare gli anziani, cosa poi accantonata perché pareva brutto.

In passato, dopo la depressione del 1929, in Germania passò il concetto che la causa di tutti i mali fosse degli ebrei, e l'opinione pubblica, pur non palesandolo, inconsciamente lo accettò. Secondo la Arendt il "Male è banale". Tutti possiamo compiere atti di estrema ferocia e, secondo me, per primi quelli che ora dicono "Io? Mai!". 

Un carissimo amico mi riprende spesso sul fatto che io sia d'accordo con la Arendt sulla "banalità del Male". Per lui il Male è ontologico. Alla fine che il Male sia banale o ontologico, come mi ha fatto presente un altro carissimo amico, per il malcapitato è del tutto indifferente dato che in entrambi i casi riceve un biglietto di sola andata per l'inferno.

Saluti
Mstatus