Tricesimo: le pie illusioni del Sindaco Baiutti

Tricesimo, paesino della zona collinare a nord di Udine, un tempo fiorente e ridente cittadina, oggi, a detta dei più, pare sia ridotto a "welcome to Desperation” come nel noto romanzo di Stephen King.

Gli autoctoni, spesso illuminati e dotati di intelligenza e cultura superiore, ricordano i vecchi tempi quando per il Borgo Sant’Antonio, caratteristica via centrale tricesimana (stile via Montenapoleone a Milano), ci passava il tram, e il paese risplendeva come il sole in una giornata estiva priva di nuvole.

Oggi il borgo è spopolato, alcuni edifici sono messi piuttosto male, i negozi hanno chiuso, e/o stanno chiudendo, e sulle vetrine spuntano come funghi i cartelli affittasi, vendesi intero stabile, con la pubblicità dell’agenzia immobiliare di turno.

Per rivitalizzare il borgo, durante la scorsa estate, un ristoratore locale ha, persino, chiuso la viabilità per tre sere ad inizio agosto, organizzando una cena borgatara che poi si è rivelata l’ennesimo flop (quattro gatti messi in croce), procurando irritazione ai malcapitati automobilisti.

L’attuale Sindaco Baiutti, eletto nel giugno del 2017 quasi con plebiscito popolare (per non dire percentuale bulgara che pare brutto), nel tentativo di ripopolare la via ha realizzato un passaggio pedonale che da un vicino parcheggio (Via Diaz), porta direttamente in borgo, ma che di fatto è poco utilizzato. Tanto è che la maggioranza preferisce arrivare con l'auto sbattendosene del passaggio, nonostante l'estasi orgasmica pro-sindaco da like da parte degli utenti dei gruppi facebook locali tricesimani alla notizia della sua apertura.

Neppure i notabili paesani dai capelli bianchi che dovrebbero dare l’esempio alle giovani generazioni, ricordando e parlando degli ex-splendori tricesimani, utilizzano tale passaggio preferendo arrivare direttamente in auto parcheggiandola davanti alla porta del tabacchino, uno dei pochi esercizi commerciali presenti funzionante, oltre alla scuola guida. Addirittura uno mi ha detto che lui per lì della conigliera non ci passa. In effetti nel passaggio c’è una gabbia con un coniglio che più da padella, pare da compagnia. 

In mattinana mi è capitato di vedere attraversare come un razzo un pingue topo che ha proseguito la sua folle corsa fin sotto il porticato del negozio di intimo femminile andando, poi, a sbattere sul piedistallo di un cartello segnalatore, e successivamente dileguatosi in via Sbuelz. Correva talmente veloce che non sono neppure riuscito a immortalarlo. Meno male che non c'erano comari paesane nei pressi, altrimenti il loro gracchiare da vecchie cornacchie mi avrebbe procurato il mal di testa.

Foto poco artistica by Mstatus
L’amministrazione comunale vorrebbe rivitalizzare il borgo agevolando l’apertura di nuovi negozi, e/o attività commerciali. Recentemente c’è stato, pure, un incontro dove fu illustrato un possibile progetto, addirittura 3D, in tal senso.

Ma chi sarebbe così pazzo da aprire un’attività "ics" nel borgo, sapendo in partenza che tra affitto, luce, contributi Inps ha un minimo di spesa di circa 20/25 euro al giorno (quando gli va bene), senza neppure aprire la porta del negozio? Quali prospettive ci sarebbero per un giovane che volesse operare il tal senso? A livello di concetto equivale a dire: vado in battaglia, sapendo di perdere in partenza. E' sufficiente notare i dati delle così tanto declamate partite Iva aperte e chiuse dopo qualche mese.

Attualmente il piccolo commercio ordinario paesano, tolti quei quattro gatti che hanno prodotti particolari, si basa su una clientela residuale, nel senso che la maggioranza degli acquisti viene fatta presso la GdO, o online, e al pizzicagnolo locale resta qualche anziano, e chi ha dimenticato di comprare la ricotta affumicata al supermercato. La qualità? La qualità non paga, salvo per qualche snob che fa il figo quando ti dice: ho comprato un prosciutto a 70euro al chilo da Cicillo (nome di fantasia), una leccornia. I molti che hanno poco non possono spendere più di tanto, e devono arrabattarsi per arrivare a fine mese con le tasche vuote.

Fanno sorridere le croniste che in tono estasiato ai TG ci dicono che ci sono oltre un milione di bambini in povertà con le solite vuote parole come fosse la novità dell’anno. E non si sapeva prima? L’Istat è che da qualche anno che parla di 14 milioni di italiani in povertà tra assoluta e relativa, e che i consumi sono calati (loro dicono fiducia dei consumatori). Tradotto per il volgo: non ci sono soldi da spendere. Basta andare al supermercato e vedere quanto erano pieni mediamente i carrelli solo 7/8 mesi fa, e quanto lo siano oggi.

Con le premesse e prospettive che ci sono, si può rivitalizzare il borgo come vorrebbe il sindaco Baiutti? Ne dubito! Il Catechismo della Chiesa di Roma al numero 1818 parla di Speranza, ma la saggezza popolare, maturata sul campo, dice che chi vive sperando muore defecando.

Rivitalizzare il borgo? Una pia speranza o meglio un'illusione.

Saluti!
Mstatus

Il fascino misterioso di una stazione dei treni abbandonata

Oggi, domenica 13 ottobre 2019, in mattinata ho fatto quattro passi fino alla stazione dei treni abbandonata del km 9,084 direzione da Udine verso nord. Arrivi alla stazione, inaugurata nel 1875, e avverti il fascino di un luogo denso dell’aria di mistero proveniente dal passato. Come l’improvviso e inaspettato bagliore del lampo in una notte stellata d’estate, ti appaiono le immagini delle persone che un tempo popolavano la stazione, oramai trapassate, e che forse, in spirito, si aggirano ancora in quel luogo.

Donne, uomini, bambini, militari tutti con una loro particolare storia e pensiero. La moglie in lacrime che abbraccia il marito in partenza per il fronte, e non sa se lo rivedrà ancora. Bambini che piangono perché il loro papà o la loro mamma salgono sul treno e se ne stanno andando via. Anziani che partono o arrivano dopo essere stati al mercato. Forse il suicidio di qualcuno o qualcuna che si buttò sotto il treno, e via di seguito.


Avverti il passaggio dei treni militari coi loro canti, il loro odore, e i carri con il materiale bellico sotto l'occhio attento delle sentinelle, diretti verso il fronte. Un insieme di storie tristi, felici, lugubri, misteriose, inquietanti delle persone che in passato calarono, come la mannaia di Mastro Titta sulle capocce dei condannati in nome del Papa Re, sulla stazione oggi abbandonata.

Tutto sommato, un momento particolare e piacevole.

Buona domenica!
Mstatus

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