Il silenzio di Putin sulla scena internazionale e il suo attivismo interno

La politica estera è in una fase di stallo pericoloso. Il braccio di ferro tra Russia e Consiglio di Sicurezza all’ONU perdura ben al di là di qualsiasi previsione; evidentemente Putin, pur tacendo e facendosi vedere pochissimo in pubblico, dietro le quinte sta facendo un lavoro molto intenso e inaspettato.

Ecco, è proprio questo silenzio che colpisce della terza fase della Presidenza putiniana: il leader del Cremlino sembra aver scelto una strada che sembrava all’inizio impronosticabile ed in effetti questo silenzio la dice lunga sulle reali intenzioni della Russia.

Tra l’altro l’attivismo all’interno dei confini della Federazione è al contrario intensissimo e si apprende ad esempio che Putin in persona ha preso parte e ha diretto personalmente le recenti grandi manovre dell’apparato nucleare russo, qualcosa che non si vedeva dai tempi dell’Unione Sovietica, mentre nel contempo l’ONU è in pratica bloccato dai ripetuti veti russi sulla crisi siriana, senza parlare dello scontro per ora solo diplomatico tra la Turchia e la stessa Russia sempre sul versante siriano, allorchè (prima ancora dell’atterraggio forzato in territorio turco di un Jet siriano partito da Mosca sospettato di trasportare armamenti al regime siriano), Putin aveva cancellato “sine die” un suo viaggio appunto nel vicino Stato turco, senza dimenticare le ultime notizie che circolano secondo le quali la Russia si starebbe apprestando (se non l’ha già fatto) ad installare a ridosso della frontiera turca i temibili missili S-400, l’ultimo ritrovato bellico della scienza militare russa in fatto di contraerea, un missile che si dice abbia performance tali da permettergli di colpire qualsiasi obiettivo aereo e qualcuno ipotizza anche spaziale, visto che si parla già di modifiche che lo renderebbero capace di tali potenzialità.

Quanto basta per ritenere questo silenzio quanto meno suscettibile di forti interrogativi sulle reali intenzioni della politica estera e militare russa.

Saluti
Vipom

I Maya avevano intuito qualcosa dei nostri tempi?

I Maya forse si sono sbagliati, lo voglio credere, ma quello che ci tocca vivere in questo periodo e in questa epoca fanno sempre più pensare che qualcosa l’avevano pure azzeccata: crisi economica mondiale, clima allo sfascio, eventi tellurici e maremoti a ripetizione, minacce di guerra continue, fenomeni celesti ancora da studiare e approfondire e chi più ne ha più ne metta.

Tanto basta per dire che questi Maya qualcosa l’avevano intuita. Si sa per certo che erano provetti astronomi, che osservavano le stelle per regolare il loro calendario, che niente dei fenomeni celesti sfuggiva loro e allora, pur ammettendo che il loro è un calendario come tanti altri che segna un inizio e una fine, come da noi Gennaio segna l’inizio dell’anno e Dicembre la sua fine, bisogna ammettere allo stesso tempo che si tratta di un calendario speciale regolato sul movimento degli astri, quindi molto più preciso e lungo del nostro, alla fine del cui ciclo si aprono altre ere e altre epoche, in grado di far predire cambiamenti planetari di enorme portata.

Non voglio parlare di fine del mondo e neppure del fatto se gli astri siano o meno in grado di influenzare i destini umani (peraltro ci dovremmo inoltrare in discussioni profonde sull’astronomia e sull’astrologia e qui ci vogliono provetti esperti della materia), fatto sta che stanno avvenendo delle situazioni a livello mondiale in grado di farci concludere che questo popolo antico e moderno allo stesso tempo aveva colto nel segno, allorchè si voglia dare un’interpretazione di trasformazione epocale ai nostri tormentati tempi.

Saluti
Vipom

L'assassinio silenzioso del mobbing

Non dico che si tratti di omicidio volontario (con le dovute ipotetiche implicazioni penali del caso), ma poco ci manca quando fosse provata l’intenzione di provocare volontariamente lesioni più o meno gravi alla sfera relazionale e alla vita stessa in generale di una persona che venga presa di mira da attacchi sconsiderati di mobbing fatti di vessazioni varie e da atteggiamenti più o meno delittuosi che attentano ai diritti fondamentali sanciti nella Costituzione e nel Codice Civile e Penale. 

E’ a tutti risaputo infatti che una persona, oltre che da atti violenti e omicidiari nel vero senso del termine, può essere colpita e moralmente “uccisa” più o meno gravemente anche da comportamenti del nostro prossimo, apparentemente silenziosi e anodini, che siano tali da indebolirne la serenità e vitalità, con conseguenze parimenti dolorosissime che peraltro vengono a coinvolgerne anche la sfera socio-familiare, comportando ciò un allargamento alla società in generale del danno patito dalla vittima, circostanza naturalmente aggravante che dovrà essere tenuta nel dovuto conto quando finalmente entrerà in vigore una Legge ad hoc, anche se da tempo esiste la possibilità di ricorrere ai Codici facendo riferimento a determinati articoli di Legge che nel caso del mobbing vengono palesemente infranti.

Attenzione quindi per tutti coloro che non ne fossero a conoscenza: il mobbing, pur non essendo un vero e proprio assassinio comune come ne accadono tantissimi nella cronaca nera, è pur sempre un atteggiamento il cui fine è appunto quello di colpire senza pietà, togliere di mezzo chi non ci piace, e questo “togliere di mezzo”, per quanto metaforico possa risultare ed essere interpretato, è proprio ciò che fa di questo metodo subdolo e barbaro un “assassinio silenzioso”.

Saluti
Vipom

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