La politica estera è in una fase di stallo pericoloso. Il braccio di ferro tra Russia e Consiglio di Sicurezza all’ONU perdura ben al di là di qualsiasi previsione; evidentemente Putin, pur tacendo e facendosi vedere pochissimo in pubblico, dietro le quinte sta facendo un lavoro molto intenso e inaspettato.
Ecco, è proprio questo silenzio che colpisce della terza fase della Presidenza putiniana: il leader del Cremlino sembra aver scelto una strada che sembrava all’inizio impronosticabile ed in effetti questo silenzio la dice lunga sulle reali intenzioni della Russia.
Tra l’altro l’attivismo all’interno dei confini della Federazione è al contrario intensissimo e si apprende ad esempio che Putin in persona ha preso parte e ha diretto personalmente le recenti grandi manovre dell’apparato nucleare russo, qualcosa che non si vedeva dai tempi dell’Unione Sovietica, mentre nel contempo l’ONU è in pratica bloccato dai ripetuti veti russi sulla crisi siriana, senza parlare dello scontro per ora solo diplomatico tra la Turchia e la stessa Russia sempre sul versante siriano, allorchè (prima ancora dell’atterraggio forzato in territorio turco di un Jet siriano partito da Mosca sospettato di trasportare armamenti al regime siriano), Putin aveva cancellato “sine die” un suo viaggio appunto nel vicino Stato turco, senza dimenticare le ultime notizie che circolano secondo le quali la Russia si starebbe apprestando (se non l’ha già fatto) ad installare a ridosso della frontiera turca i temibili missili S-400, l’ultimo ritrovato bellico della scienza militare russa in fatto di contraerea, un missile che si dice abbia performance tali da permettergli di colpire qualsiasi obiettivo aereo e qualcuno ipotizza anche spaziale, visto che si parla già di modifiche che lo renderebbero capace di tali potenzialità.
Quanto basta per ritenere questo silenzio quanto meno suscettibile di forti interrogativi sulle reali intenzioni della politica estera e militare russa.
Saluti
Vipom