L'astensionismo aumenta, la miccia si accorcia

L'elettorato è diviso in due grossi tronconi: una metà che non va a votare perché si è rotta delle balle condite di spocchia che vengono raccontate; l'altra metà che va a votare un ics, non tanto perché creda che risolva i problemi, ma valutando il male minore. Salvo pochi fedelissimi ai partiti e movimenti, infatti, il resto vota per quello che ritiene il "meno peggio". A sua volta chi va a votare si suddivide in tre grossi tronconi: cdx, csx e 5 Stelle. Più qualche outsider che non fa testo, perché anche se raggiungesse il 3% e passasse non avrebbe i numeri per cambiare qualcosa. L'elettore, quando è solo soletto nella cabina elettorale, vota il cdx perché non passi il csx, il csx perché non passi il cdx, e se non gli vanno bene né uno né l'altro, vota per il 5 Stelle. 

Immagine da QUI
Il punto è che nella storia un sistema marcio che sta collassando su sé stesso, non è mai stato cambiato con le elezioni. Per cui il problema si presenterà quando quel 60% circa di astensionisti, inizierà a pensare di tagliare le palle agli altri, dandole da mangiare ai maiali. Ipotesi remota, ma non impossibile. Tutti sono capaci, prima o poi, di perdere le staffe. Dite di no?

Mi capita spesso di citare la banalità del male: "Questo processo diede occasione a molti di riflettere sulla natura umana e dei movimenti del presente. Eichmann, come detto, tutto era fuorché anormale: era questa la sua dote più spaventosa. La mia opinione è che il male non è mai 'radicale', ma soltanto estremo, e che non possegga né la profondità né una dimensione demoniaca". (H. Arendt)

Un concetto che, secondo me, si applica ad esempio ai casi recenti di violenze da parte delle maestre nelle scuole. Il male è banale (non ha radici). Qualsiasi persona "normale" può diffondere il male, senza necessariamente scomodare il demonio o chi per lui.

Saluti
Mstatus

Fake news ed altre amenità "radical chic"

La questione delle fake news, che ultimamente va così di moda e ha prodotto 60 milioni di cacciatori di bufale e scamorze di vario tipo, un po' come nel calcio abbiamo 60 milioni di commissari tecnici, mi ricorda tanto la regola nr. 5 di Noam Chomsky - Rivolgersi al pubblico come ai bambini:

"La maggior parte della pubblicità diretta al gran pubblico, usa discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente infantile, molte volte vicino alla debolezza, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente mentale. Quando più si cerca di ingannare lo spettatore più si tende ad usare un tono infantile. Perché? “Se qualcuno si rivolge ad una persona come se avesse 12 anni o meno, allora, in base alla suggestionabilità, lei tenderà, con certa probabilità, ad una risposta o reazione anche sprovvista di senso critico come quella di una persona di 12 anni o meno” (vedere “Armi silenziosi per guerre tranquille”)."

Fusse ca fusse che prendono il lettore per un demente? Del resto è notorio che solo il "radical chic doc" è dotato di intelligenza superiore. I famigerati "radical chic boriosi che si beffano dell'ignoranza altrui". Alcuni li chiamano persino Radical Shit.

Curiosità: da quando è iniziata la propaganda antibufala (non dico da parte di quale zona politica), un sacco di persone che fino a ieri guardavano solo i TG adesso vedono bufale da tutte le parti. Che sia il possente virus del radical chic? Si diffonde inesorabile come un'epidemia, ma per fortuna esiste una cura. Un po' di sano realismo e di lavoro sul campo dovrebbero essere sufficienti. Altrimenti un po' di vita di strada non guasterebbe.


Mirabile la dichiarazione di un certo personaggio politico che si dichiara terrorizzato dalle orde fasciste che metterebbero a rischio la democrazia occidentale. Mi chiedo dove viva questo fenomeno e se abbia mai avuto a che fare con qualche persona in vita sua che per vivere deve farsi il mazzo ed è pure costretta ad ascoltare oscenità come questa. 

Quale sarebbe questo pericolo per la democrazia? I ragazzi di Como protagonisti di recenti fatti di cronaca? Eh certo infatti la signora che di sera deve prendere l'autobus per tornare a casa ha paura di essere aggredita da squadracce nere, pardon, fasciste. Nere non si può dire se no si cade in equivoco. La ragazza che prende la metropolitana la sera, ma anche in pieno giorno, è terrorizzata dalla possibilità di incrociare una squadraccia fascista. L'uomo medio ha paura di andare in certi quartieri e di viaggiare perché è ossessionato dall'orrore fascista che incombe su tutti noi, dietro ad ogni angolo. Complimenti per l'onestà intellettuale.

Tra l'altro, certe dichiarazioni palesemente false e faziose, non sarebbero da considerarsi "fake news"? Ah no, scusate, non c'entrano i contenuti, dipende sempre chi è l'autore. Il Ministero della Verità saprà indicarci sempre la via corretta.

Saluti
Mstatus e Vidocq

"Popolo, sei ‘na monnezza! E vuoi mette' bocca?”

Qualche giorno fa ho letto questa notizia: Peppina Fattori: arriva l’emendamento che salva la sua casetta

Avevo deciso di astenermi dal fare commenti, ma oggi, parlandone con un amico, mi è tornata in mente questa faccenda e non riesco a non dire nulla. Intanto leggiamo un estratto: 

- Un plauso a tale emendamento arriva da Paolo Arrigoni senatore leghista, capogruppo in commissione ambiente a Palazzo Madama: “Il governo ha finalmente accolto la nostra istanza per risolvere il problema di Nonna Peppina e delle centinaia di terremotati nella stessa situazione. Era ora! Siamo molto soddisfatti è stata una battaglia di giustizia che abbiamo vinto ora speriamo che si voti a larghissima maggioranza” -

Una soluzione di buon senso in caso di circostanze straordinarie come terremoti, ecc. Potevano svegliarsi prima! Visto che quando hanno qualche interesse sono sempre pronti a fare un decretino o una leggina di straforo. Del resto, con che faccia magistrati, politici, burocrati, funzionari, si guardavano allo specchio alla mattina dopo aver buttato fuori dalla casetta una vecchia che già aveva perso la sua di casa col terremoto? Buttano sulla strada una persona per questioni di burocrazia e poi ci vengono a dire la loro priorità politica ed etica sono le persone?

Fonte: QUI
Tra l'altro, la soluzione al problema arriva ora, assieme ai dati sulla crescita economica miracolosa, che siamo in campagna elettorale. Prima dov'erano? La politica pensi a risolvere i problemi dei 15 milioni di persone che sono in povertà tra assoluta e relativa. Altro che crescite economiche miracolose rigorosamente in periodo di elezioni. Sono andati in gita a Lourdes?

Ascoltando i vari interventi ai TG da parte dei vari politici già in campagna elettorale che propongono tante cose tutte per il "nostro bene", mi viene in mente una mitica scena dal film "Nell'anno del Signore" di Magni.


Ma che, manco mai ci state a pigliare per le natiche? (come sempre)

Saluti
Mstatus

Una delle particolari ed esilaranti teorie Radical Chic

Un breve commento a questa notizia apparsa sul Messaggero Veneto (Tarcento): 


A seguito dell'accaduto si sono scatenate numerose discussioni su facebook, la maggior parte delle quali sono incentrate sull'accusa del Consigliere Comunale di Tarcento Riccardo Prisciano, di essersela andata a cercare, di essere un provocatore e chi più ne ha, più ne metta. Il sopracitato consigliere ha più volte fatto parlare di sé, questo è vero, anche al di fuori dei confini territoriali. Molti pensano che stia facendo di tutto per attirare l'attenzione, e potrebbe pure essere vero, non saremo noi a dare un giudizio in merito. A quanto pare, però, in questo caso, l'aggressione è avvenuta, le lesioni sono state verificate e ufficializzate. Un atto di violenza che dovrebbe essere condannato. Invece no. Per molta gente il Prisciano se l'è meritate quelle botte, perché è di "estrema destra". Insomma, la non violenza è relativa, dipende sempre da chi è l'aggredito e da chi sono gli aggressori. Una delle tante vomitevoli farneticazioni deliranti di questi tempi cupi.

Fonte: QUI
Niente di nuovo sul fronte occidentale. Rientra nel concetto riscaldato in varie salse di: "Il fascio buono è solo quello morto". Per cui: se gonfi di botte uno di destra (che è per forza un fascio, secondo i "Radical Shit"), è cosa buona e giusta. Si dirà che è andato a provocare, che gli sta bene, che gliene hanno date troppo poche, e via dicendo le solite sciocchezze. Se accadesse l'inverso, invece, ovvero che gli aggressori fossero delle persone identificate come (a volte fantasiosamente) "di destra", si parlerebbe di intimidazione di stampo fascista (o nazista, a seconda delle preferenze dell'accusatore di turno), e le varie autorità inizierebbero a starnazzare su un terrificante quanto ridicolo ritorno al fascismo, allo squadrismo, e ad apologie di vario tipo. 

Si tratta puramente di un problema culturale. Ma io mi domando: se i fascisti/nazisti non fossero stati sconfitti, le cose funzionerebbero all'inverso? Chissà...

Una cosa però è nota: la storia la scrive chi vince la guerra, non chi la perde.

Saluti
Mstatus

A chiosa dell'articolo, ecco la ricostruzione dei fatti ed il pensiero di Riccardo Prisciano: Il Sindaco di Tarcento fa pagare le tasse agli italiani, ma non ai mussulmani

Una riflessione sulle UTI (Unioni Territoriali Intercomunali)

A livello di concetto, è corretto razionalizzare i servizi dell'ente territoriale più piccolo (comune), in quanto è assurdo avere comuni con meno di 400 abitanti. In un'ottica politica futura le UTI si faranno andare a regime, e tra tot anni (10/15), quando saranno diventate la normalità, si modificheranno le leggi in modo tale da renderle quello che ora sono i comuni, che da oltre 200 passerebbero a 18 o quel che l'è. E la cosa ha senso. Significa che a livello comunicativo, soprattutto coi diretti interessati (sindaci, cittadini), è da proporre bene il progetto, altrimenti non viene accettato. 

La Serracchiani & co (tipico atteggiamento radical chic) hanno imposto le UTI con le intimidazioni, minacciando di togliere fondi in caso di non adesione, il che ha portato ad un'avversione psicologica verso tale struttura (potenzialmente positiva), al posto di una valutazione di razionalizzazione futura. 

Visitare questa pagina: Mappa UTI FVG
Inutile parlare di fusioni... quanti comuni si sono fusi nonostante la regione cacciasse le lire? Se alle prossime regionali andrà su il centrodestra, che farà? Toglierà tutto? Facciano un passo indietro, vedano quali sono i problemi e li appianino, facendo andare a regime le UTI.

Saluti
Mstatus

L'illusorio benessere sistemico

Il sistema è subdolo, ti lascia sempre una parvenza di benessere, che di fatto non hai, affinché tu ritenga di avere ancora qualcosa da perdere, e di conseguenza te ne stia buono senza rompere e senza prenderne coscienza. Ti cucina a fuoco lento (teoria della rana bollita), poi quando ti accorgi che stai inguaiato non hai più né la forza, né la voglia di ribellarti. Gondrano, nella Fattoria degli Animali, ne è il classico esempio. I molti che hanno poco continuano la loro esistenza, facendo ingrassare i pochi che hanno molto!

Quando verrà presa coscienza che non serve aspettare che finisca la partita della Juventus, il resto verrà da sé. Al momento si può solo elaborare una teoria economica, sociale, filosofica e politica che possa essere fattibile e che preveda l'intera sostituzione del sistema. Il collettivismo si è visto che non ha funzionato ed è collassato, mentre il capitalismo sta collassando ora (in particolare il capitalismo clientelare). Si sviluppi quindi la "terza via". Esempio del comunismo: teorizzo che collettivizzando l'economia, elimino i conflitti di classe e tutti i relativi problemi. Dove hanno provato ad applicarlo non ha funzionato, in quanto è stata sostituita la classe aristocratica sfruttatrice, con un'altrettanto sfruttatrice classe burocratica di partito.


Non ci sono cose facili da fare in poco tempo. Quando si ritiene che sia possibile passare il punto di non ritorno, si va a sostituire il sistema sulla base di quanto teorizzato. Tutto è sempre partito da una teoria (collettivismo, anarchia, capitalismo, ecc.). Un sistema non si spezza, per poi lasciare la società allo sbando (si vedano come esempi il Nord Africa e il Vicino e Medio Oriente). Il sistema va spezzato e sostituito. Poi sarà da vedere se il nuovo sistema sarà sostenibile o fallirà pure quello (vedasi Centro e Sud America).

A livello esemplificativo: immaginiamo di avere il PC pieno di virus e che l'antivirus non ce la faccia a ripulirlo... si farebbe prima a formattarlo e a ripartire da zero!

Saluti
Mstatus

Tricesimo: la "Corte Friuli" negli anni Cinquanta

Stamattina, martedì 12 settembre 2017,  ho ricevuto una gradita sorpresa da parte di "Memorie Tricesimane" (Gruppo dell'associazione Insieme Per), che si dedica alla memoria storica del "come eravamo" a Tricesimo, organizzando periodicamente delle mostre a tema sulla vita quotidiana paesana con l’esposizione di foto, di documentazione storica conservata negli archivi comunali e della Pieve, e del materiale correlato che sia stato possibile reperire. Attualmente in Via Sant'Antonio 8 è in corso l’interessante esposizione dedicata agli avvisi bellici austro-germanici durante l’occupazione a Tricesimo conseguente alla disfatta di Caporetto negli anni 1917/1918. (Tricesimo: Avvisi bellici!)

In occasione dell’inaugurazione dell’esposizione sugli avvisi bellici, chiesi ai volontari di Memorie Tricesimane se avessero delle foto su come fosse la “Corte Friuli” in passato. Con grande disponibilità, i volontari mi risposero che in archivio c’erano alcune foto e che me le avrebbero fatte pervenire. 




Corte Friuli anni cinquanta: stesso spazio e luogo, ma tempo diverso. Molto più popolata e viva di quello che è oggi!

Un grazie di cuore a “Memorie Tricesimane” sia per la disponibilità, sia per l’impegno dedicato alla raccolta della documentazione per la memoria storica.  Al navigatore locale che capita su questa pagina, anche per sbaglio, un invito a visitare l’esposizione degli avvisi bellici austro-germanici, documenti molto interessanti.

Prosit!
Mstatus

Tricesimo: Avvisi bellici!

Pochi giorni fa, in un tardo pomeriggio d'agosto, sono stato alla serata inaugurale dell'esposizione "Avvisi bellici" durante l'occupazione austro-ungarica e tedesca di Tricesimo durante la Grande Guerra (periodo 1917/1918), organizzata dall'Associazione Memorie Tricesimane. Mi sono letto molti degli avvisi esposti, anche se mi manca da leggere ancora la parte esposta sul lato nord della sala, cosa che farò nei prossimi giorni, ascoltando l'interessante e dettagliata relazione del prof. Ellero. L'esposizione è stata divisa in tre parti: la prima avvisi militari puramente bellici, la seconda avvisi relativi alle epidemie e alla quarantena tricesimana, e la terza avvisi sulla vita quotidiana e l'attività lavorativa (in prevalenza agricola), sempre dei tricesimani.

A livello di impatto comunicativo, gli avvisi sono molto d'effetto, in particolare quelli relativi alla pura gestione bellica (nascondere soldati italiani, consegna armi, detenzione armi, obbligo di esporre nominativi abitanti, ecc.) con pena spesso la morte. Un trattamento particolare spetta pure ai possessori di piccioni viaggiatori, ritenuti potenziali spie. D'altronde all'epoca il piccione viaggiatore era l'antenato delle nostre email attuali.

La documentazione esposta sulle epidemie (tifo, ecc.), ci fa conoscere che Tricesimo fu in quarantena totale per un certo periodo. Nessuno poteva uscire o entrare in paese.

L'ultima parte espositiva fa riferimento agli avvisi relativi alla vita lavorativa quotidiana basata essenzialmente sull'agricoltura. In un avviso si definiscono i prodotti agricoli, quanti se ne possono trattenere per il proprio sostentamento (es. 300 grammi di patate al giorno per un periodo massimo di 6 mesi), quanto si doveva ricavare dalla produzione per unità di terreno (in caso uno non arrivasse al quantitativo potenzialmente previsto dalla normativa veniva multato il comune, dove consegnare i prodotti, e via di seguito. Tra le tante mi hanno colpito un'ordinanza del distretto di Gemona a firma di un certo Col. Crevato (il Prof. Ellero mi ha detto che era un goriziano) sulla gestione dei generi di monopolio (deposito a Gemona), che di fatto è la base dell'attuale monopolio, e un avviso sui "bacchi da seta", dove non ho capito se bacchi sia un errore, oppure se all'epoca fosse quella la dicitura corretta.

Alcuni degli avvisi, composti da pochi punti (1, 2, 3) hanno un linguaggio molto diretto ed efficace. All'epoca la maggioranza degli abitanti di Tricesimo era analfabeta, e venivano letti dal prete durante le funzioni religiose.


Nei prossimi giorni andrò a leggermi gli avvisi che mi mancano. Non entro nel merito del gossip sui molti presenti, personalmente ho passato un momento piacevole e interessante che mi ha riportato indietro nel tempo e fatto, per quanto possibile, comprendere come si possa gestire il territorio da occupanti. 

Tenendo conto della particolarità del periodo, secondo me, non proprio tutte le cose organizzate dalla gestione militare dell'epoca furono proprio così negative. Ma questa è un'altra storia...

Prosit!
Mstatus

La Guerra del Terrore: storia e metodi

La guerra del terrore esiste dalla notte dei tempi. Lo schieramento A, inferiore per effettivi allo schieramento B, compie una serie di attentati utilizzando atti di estrema ferocia nel territorio dell'avversario al fine di demoralizzarlo, terrorizzarlo per avere la meglio sullo stesso. Un tale Tepes, reso famoso successivamente da un certo Bram Stoker, ad esempio, maestro nella sublime arte dell'impalamento imparata dai turchi nel corso della sua permanenza forzata presso di loro, ebbe la meglio su un esercito cinque volte superiore numericamente che si spaventò vedendo un enorme numero di impalati.

Normalmente gli obiettivi della guerra del terrore sono di tipo militare o governativo. Nel caso dell'attentato alla caserma Serristori, casualmente, morirono anche un paio di civili procurando agli autori dei rimorsi, non tanto per i militari uccisi, ma proprio per i civili morti ignari e casuali passanti mentre esplodeva la bomba. Gli autori dell'attentato (famosi pure quelli), arrestati finirono sotto l'affilata lama della scure del mitico Mastro Titta (516 esecuzioni prima del pensionamento avvenuto ad età avanzata).


Nel corso del secondo conflitto mondiale si utilizzò una specie di guerra del terrore con molte vittime civili buttando la bomba atomica sul Giappone, bombardando Dresda, effettuando attentati da parte di terroristi ritenuti tali dai governanti dell'epoca con successiva rappresaglia su civili, ecc.

I recenti attentati terroristici di matrice fondamentalista islamica, effettuati in modo generalizzato con costante coinvolgimento di civili, portano a ritenere che il nemico identificato dai terroristi sia una completa cultura e civiltà diversa dalla loro, piuttosto che uno schieramento combattente avversario. Tanto è che non viene fatta alcuna distinzione tra donne, bambini, ecc. Tutti sono il nemico, pure il bambino di tre anni morto nel recente attentato a Barcellona.

Niente di nuovo sul fronte occidentale, una guerra santa del terrore da parte di fanatici religiosi che, nel nome di un fantomatico Dio e di un futuro premio della lotteria in vergini, sono pure disposti a morire facendosi esplodere portandosi con loro il "nemico".

Saluti
Mstatus

L'isola che non c'è... o forse sì

Al TG di SKY il Ministro della Giustizia in disaccordo con Minniti, diceva che non c'è un'invasione. Ricapitolando: l'immigrazione (regolamentata) va per la sua strada e ci sono le quote annuali stabilite. Il resto che cos'è? Aspiranti richiedenti asilo che non si possono definire clandestini fino a quando non è concluso l'iter scoprendo che su 100 a meno di 10 viene concesso lo status di rifugiato? Teoricamente tutti quelli che entrano al di fuori delle quote sarebbero clandestini, e si premurano di chiedere lo status di rifugiato politico sospendendo la cosa per i tempi biblici dell'iter burocratico. Intanto si applica la legge del Menga, siccome ce li portano tutti qua, ce li teniamo. 


Ipoteticamente, destinare un'isola, pattugliata all'esterno da un paio di navi da guerra, a centro di raccolta generalizzato (fare arrivare tutti là), provvedendo alla disinfestazione (pidocchi, ecc.), e dando un minimo di sostentamento giornaliero (sulle 1000 calorie), con prestazione di cure mediche quando si può (vedi, ad esempio, tempi di attesa della sanità), potrebbe disincentivare l'invasione. Poi quando arrivano proteste dall'estero si fa una nota di circostanza in cui si dice che noi siamo in grado di fare quello e che se vogliono fare di meglio gli cediamo tutto il pacchetto aggratis (senza volere nulla in cambio).

Una proposta provocatoria, ma pur sempre una proposta!

Esempio: Lampedusa. Era questione di tempo. Dalle varie interviste mi pare che i locali fossero disposti a dare man forte per la profuganza. Ora, probabilmente, dopo che gli hanno chiesto di pagare le tasse di 7 anni tutte in un colpo (con rateizzazione da valutare), vedranno i profughi con un altro occhio, o come la causa dei loro mali. In faccia e di fronte alle telecamere continueranno a dire che non c'entra nulla, ma nel profondo avranno quella convinzione.

Ipoteticamente quando c'è il mors tua, vita mea l'opinione pubblica è disposta a girare la testa dall'altra parte... ma questa è un'altra storia!

Saluti
Mstatus

Chiarimenti sul concetto di rivoluzione

Dopo il recente tentativo di gonfiare di botte tre deputati del PD da parte di alcuni manifestanti NO-VAX*, mi è capitato di leggere in giro elogi alla rivoluzione, portando quale esempio tale fatto di "rabbia popolare" (malcontento o chiamatevelo come vi pare). 

La rivoluzione è un'operazione complessa che va, qualora abbia esito positivo, a "cambiare" l'intero assetto di una società (stato, giustizia, welfare, economia, ecc.), e prevede la resa incondizionata del nemico o la sua soppressione. Tanto è che uno slogan molto famoso è "vittoria o morte" in quanto, una volta passato il punto di non ritorno, o si vince o si muore nel tentativo di farlo, ma non si può tornare a casa a guardare la partita della Juventus. 

Per una rivoluzione serve un progetto teorico ritenuto fattibile che dia la dirittura finale, o meglio: faccio tutto questo per arrivare là, utilizzando anche la cosiddetta rabbia o malcontento popolare. La sola rabbia popolare è un comportamento che ha durata limitata nel tempo. Nell'esempio dei manifestanti NO-VAX, ipoteticamente, una volta gonfiati di botte i tre deputati, la rabbia sarebbe svanita, senza ottenere la resa incondizionata del nemico che avrebbe continuato imperterrito a fare ciò che sta facendo. 

Immagine da qui: fonte
Con la rivoluzione resta da stabilire che fare del nemico una volta ottenuta la sua resa incondizionata, se sottoporlo alla rieducazione rivoluzionaria in appositi campi lavoro, o organizzare qualche altro tipo di soluzione.

Questo è il significato di "rivoluzione" nella sua accezione politico/sociale, il resto sono chiacchiere da salotto benpensante.

Saluti

Perché la democrazia non è risolutiva - Vittorio Sgarbi

Perché la democrazia non è risolutiva?

La democrazia è la condizione più avanzata che il potere assume nel rispetto della volontà dei cittadini. Quindi è evidente che le dittature o qualunque forma di oligarchia (che comunque non si annulla perché l'oligarchia è in ogni caso quello che tocca a pochi rispetto ai tanti che li hanno eletti, quindi il potere dei pochi è inevitabile)... 

Nei suoi ultimi tempi Gheddafi diceva che la democrazia o è democrazia di tutto il popolo che ha lo stesso potere dal primo all'ultimo, oppure è diecicrazia/venticrazia/trentacrazia a seconda di quelli eletti che prendono il posto di quelli che li hanno mandati. Quindi la democrazia è misurata sulle poltrone che occupano gli inviati a rappresentare il popolo che li ha eletti o che li ha nominati. Questo è, in maniera quasi burlesca, un modo per far capire che la democrazia non esiste. Potrebbe però esistere in alcuni Paesi, pensiamo agli USA o all'Inghilterra o anche all'Italia dove un'abitudine a limitare il potere di chi comanda fa sì che sia garantito ai cittadini di non patire la prepotenza o lo strapotere, che è tipico delle dittature.

Però se questo è il correttivo che rende la democrazia la forma più avanzata e più libera di potere, è vero che essa non è soddisfacente perché in quanto chi ha potere lo esercita, e una volta che è delegato da te, ti può ignorare o può sfuggire al tuo mandato. Tu (come la Costituzione indica e taluni vorrebbero mutare) sei al potere senza vincolo di mandato, puoi cambiare anche la parte politica rispetto a quelli che ti hanno eletto. Questo essere senza vincolo di mandato è la libertà dell'eletto, ma è anche la possibilità di non essere in un rapporto di scambio con chi lo ha mandato. 

Quindi, il divertimento, il gioco di questa condizione è: maggiore libertà, ma anche maggiore rischio. Ebbene, il limite della democrazia è nella qualità degli uomini! Quanto più la democrazia è estesa tanto più è modesta la qualità degli uomini espressi. Quindi deriva uno scetticismo nei confronti dei governanti perché chi li osserva non ha soggezione, ne intende la minorità, ne intende i limiti, ne intende la mancanza di grandezza. 

E' chiaro che la grandezza intesa come il dominio del più forte diventa dittatura, ma c'è una grandezza diversa, che è la considerazione che il popolo ha, di chi lo rappresenta. Ci sono degli uomini di potere che hanno rappresentato il loro popolo in maniera così alta da compiacersi il popolo del loro potere, cioè da stimarli e ammirarli. In quel caso la democrazia non è soltanto l'elezione di qualcuno in virtù dei numeri che ha preso, ma è la considerazione che il popolo ha dell'eletto. 

Quello che manca da molto tempo in Italia è la considerazione dei potenti. Da molti anni, diciamo da De Gasperi in avanti, forse De Gasperi e Togliatti, che hanno rappresentato due estremi molto forti e molto autorevoli. La politica è testimoniata da figure che molto spesso sono molto meno capaci o intelligenti degli elettori che li votano. Questo è detto in maniera essenziale nell'idea di Tommaso Campanella quando si occupa del potere. E dice proprio questa cosa che dobbiamo considerare l'elemento essenziale e mancante nella nostra democrazia, cioè la stima per chi guida e per chi comanda

Insomma, tutto questo per dire che l'uomo di potere è tale se ha la stima e la considerazione di chi lo ha eletto, che lo ritiene naturalmente superiore. Sente la propria inferiorità, che non è una inferiorità basata sulla democrazia insufficiente, è una inferiorità basata sulla conoscenza. Chi comanda deve sapere di più, deve capire di più. L'inferiorità del cittadino dev'essere come quella dell'allievo rispetto al docente, di quello che si affida al sapere dell'altro.

Un uomo che non è stimato, che non è ammirato, che non è considerato superiore, non può essere un uomo di potere.

Fonte: Cosa significa "democrazia"? - Vittorio Sgarbi

Il metodo del capro espiatorio ai giorni nostri

Il "capro espiatorio" ha una matrice religiosa (che si adatta ad altre forme sociali), e in sintesi si dice: per il bene di tutti, individuiamo la causa dei mali della comunità e la sacrifichiamo (talvolta persone, animali, ecc.), togliendoci di torno i mali. Se qualcuno nota quando accade qualcosa per primo viene detto la colpa non è mai mia, ma di qualcun altro (capro espiatorio), che si è disposti a sacrificare. Un certo Renè Girard ha elaborato il concetto anche pur restando essenzialmente in tema religioso. 

Dal canto loro i radical chic (da alcuni simpaticamente detti "radical shit"), riguardo il tema migranti, col loro format del semo tutti bravi, bboni, accogliamo tutti, e tu che dici che si tratta di un problema sei un fascio, ecc. ecc., hanno contribuito a rafforzare il concetto del "capro espiatorio migranti" nella percezione comune nella maggioranza delle persone. A ciò si aggiunge anche la politica rossa: accogliamo tutti, però la rogna ve la sbologniamo a voi (comuni, ecc.). 

Se teorizzo un concetto, a livello di propaganda, poi prendo un fatto rigorosamente vero (anche marginale) e lo porto a diventare il male comunemente condiviso dalla maggioranza dell'opinione pubblica nel giro di qualche anno (in modo sottile e non grossolano come fa la Lega). Dopo qualche anno, la percezione è che la causa dei mali sia ICS (qualsiasi, se mettete banche, banchieri e bancari forse anche prima), e diventa una cosa impersonale (non picchio una persona, ma quello che rappresenta, la causa di tutti i mali e non provo rimorsi). 


Dalla "banalità del male" emerge che, per esempio, le SS erano delle persone "normali", quelle che incontri tutti i giorni, tanto è che alla fine chi si salvò e non venne inquisito, tornò a casa a fare il maestro, il panettiere, ecc. 

In sintesi il concetto mentale è: se ho la casa invasa dagli scarafaggi, non mi faccio remore morali, li stermino e basta. Per cui puntare il dito dicendo che chi ha eseguito il pestaggio di un migrante, di un banchiere, di un politico, o chi per loro, è un animale, una bestia, ecc. (stesso discorso sentito per le SS), secondo me, è improprio, in quanto in maggioranza le persone cosiddette "normali" potenzialmente lo possono fare, compreso chi grida vergogna.

Anzi, soprattutto chi grida vergogna, che spesso è banalmente soltanto un estremista della fazione opposta.

Saluti
Mstatus

Il necessario ed il superfluo

Fino a che i molti che hanno poco non prenderanno coscienza della loro condizione, non ci sarà niente di nuovo sul fronte occidentale, la solita minestra che verrà digerita come dal manuale di Chomsky. 

Il capitalismo occidentale in perfetto stile manuale di gestione delle masse, lascerà sempre una parvenza di benessere che non c'è (basta vedere i dati Istat sulla situazione della povertà), spostando l'interesse dal primario (mangiare, bere, ecc.), al superfluo. Se mi accorgo che non riesco a prendere da mangiare, e non ho più nulla da perdere oltre alla vita, sono più disposto a regolare i conti, rispetto a rinunciare, ad esempio, alla ricarica del telefonino. 

Il sistema, pertanto, farà di tutto per evitare che i molti che hanno poco prendano coscienza della loro condizione, ben conscio dei pericoli che ne potrebbero scaturire per il sistema stesso. Alla fine tutte le unità carbonio ossigeno possono essere terminate, e nessuno vuole correre il rischio. 


Per ora c'è un potenziale esercito di 5 milioni di disperati che, però, ancora non sono disposti a prendere il forcone in mano.

Saluti
Mstatus

Emergenze: Allarme Rosso!

Emergenza incendi (su 32 elicotteri si riesce a farne decollare 4), emergenza climatica, emergenza sanità, emergenza migranti (un ministro della repubblica recentemente in viaggio per l'estero rientra all'improvviso per timore che crolli tutto il palco), sicurezza nelle strade ballerina, emergenza di qua, emergenza di là, ecc. ecc. 

La causa di tutti i mali, però, è una serie di cariatidi che si divertono a fare la gita annuale con la corrierina a Predappio, o a andare a prendere il sole nelle spiagge "fasciste" sotto Chioggia. Addirittura qualche politico vorrebbe demolire manufatti del ventennio che, tra l'altro, dopo tanti anni sono ancora là e non sono crollati dopo l'inaugurazione fatta sotto Natale, a Capodanno.


Nel contempo ci sono anche 5 milioni di poveri che sarebbero un esercito imponente qualora si unissero è formassero un corpo di armata unico.

Allarme rosso: c'è stato il terremoto, la casa è crollata, il babbo è morto, la mamma è morta. Va tutto bene!

Saluti
Mstatus

Tricesimo 2017: promesse in campagna elettorale un tanto al chilo

Nonostante in campagna elettorale in modo trasversale si sia tanto decantata la trasparenza, la necessità di utilizzare i social e il web in generale( con tanto di relativa promessa da marinaio?), per dare conto al popolo bue di quanto accade in consiglio, ecc., ecc., ecc. facendone un vanto e punto di forza nei rispettivi programmi, niente di nuovo sul fronte occidentale e si è dovuto attendere il solito articolo sul Messaggero Veneto per avere un minimo di resoconto della prima riunione consigliare del 29 giugno. Sui social, e in particolare sui gruppi FB tricesimani, ho letto soltanto un ammasso di salamelecchi standard nei confronti del vincitore (tipo la balla dell'opposizione costruttiva, ecc.), che più da commenti politici, paiono il chiacchiericco nel club delle comari paesane.

Ho trovato un post sulla pagina di Lucia Benedetti Consigliere comunale di Tricesimo che, però, si è limitata a narrare le proprie sensazioni sui banchi dell'opposizione, ma non ha riferito sui propri interventi in consiglio. Agli 830 elettori che l'hanno votata perché non volevano Baiutti, interessa poco delle sue sensazioni, riferisca in modo sintetico su quello che fa come opposizione.

Neppure quelli che si sono presentati come il rinnovamento hanno scritto qualcosa, nemmeno qualche riga tipo scalmane di comari che hanno trovato la farmacia chiusa e tra una botta di ferro da stiro e l'altra, e una misciata di padella e l'altra, espongono i loro alti pensieri aspettandosi di ricevere il premio Pulitzer.

In foto la nuova Giunta di Tricesimo, tratta dal Messaggero Veneto. In ordine da sinistra a destra: Renato Barbalace, Barbara Jannis, Giorgio Baiutti, Alessandra Vanone, Federico Artico, Gianni Patriarca
Tutti assieme appassionatamente! Quello che mi fa sorridere è che tutti parlano di utilizzare i social, il web, per dar conto dell'attività politica locale, poi, se qualcuno mantiene ciò che diceva in campagna elettorale e si video riprende gli interventi, scoppia la terza guerra mondiale, oppure si dimenticano di ciò che dicevano e non anticipano via social ciò che combinano nelle sedi istituzionali. Un tanto di cappello a Renzi (per quanto discutibile sia come personaggio), che la prima cosa che faceva e fa è di dare conto in anteprima, rispetto alle agenzie, coi 140 caratteri su twitter.

Buona Domenica!

Saluti
Mstatus

Breve commento sulle elezioni comunali di Tricesimo

Tricesimo 2017: Ha stravinto Baiutti, gli altri hanno perso. Ho letto diverse congratulazioni di circostanza al vincitore. Non ho motivi particolari per fare le congratulazioni a nessuno, nemmeno a chi è entrato per un colpo di fortuna o meglio per un calcolo di decimali nelle assegnazioni. 

Tra i quattro candidati, tuttavia, quello che mi è stato, e mi sta più simpatico, soprattutto oggi, martedì 13 giugno, dopo il richiamo a Waterloo (non ha usato la solita Caporetto), è Gamberini. Congratulazioni a Gilberto Gamberini per l'ironia che usa, e per l'ironia della sorte che l'ha fatto entrare.


Se qualcuno quando scrivi qualcosa anche provocatoriamente ti salta addosso, significa che ci hai azzeccato e gli rode!

Saluti
Mstatus

Confronto pubblico tra i candidati a Sindaco di Tricesimo

Ieri sera a Tricesimo, al Teatro Garzoni di Adorgnano, ha avuto luogo il confronto tra i quattro concorrenti alla poltrona di Sindaco per il Comune di Tricesimo. Il confronto è stato organizzato dal Messaggero Veneto e moderato dal giornalista Mosanghini. Vorrei spendere due parole per ogni candidato e procederò in ordine alfabetico, come è stato fatto ieri sera.

Teatro Garzoni di Adorgnano (foto di Paolo Ferrari)
Giorgio Baiutti. Politico di grande esperienza, nome noto non solo nel territorio tricesimano e limitrofi, Capo di Gabinetto del Presidente del Consiglio Regionale Franco Iacop (PD). Il suo lungo curriculum è rintracciabile sul web e invito alla sua lettura. L'impressione data ieri sera è quella di un uomo che sa il fatto il suo, che sarebbe certamente in grado di amministrare il Comune e di trovare soluzioni ai problemi riscontrabili. Peccato per le sue esposizioni eccessivamente dispersive, che possono aver confuso o portato alla distrazione i presenti.

Perché votare Giorgio Baiutti? La sua immensa esperienza da amministratore e gli importanti rapporti politici che ha instaurato negli anni non sono gli unici punti di forza. A mio avviso, la caratteristica che lo contraddistingue in positivo è la sua passione ed attenzione per il territorio e la sua storia, che è sicuramente in grado di valorizzare.

Perché non votare Giorgio Baiutti? Da ormai molti anni si è dedicato a questioni politiche che vanno oltre le amministrazioni comunali e la sua visione potrebbe essere influenzata da tematiche che non riguardano prettamente Tricesimo.

Lucia Benedetti. Dal 2004 in amministrazione comunale, da un anno ricopre il ruolo di Assessore al bilancio, che le ha permesso di entrare direttamente in contatto con tutte le criticità del Comune e non solo. Laureata in giurisprudenza e impiegata alla Corte dei Conti. Anche lei, come Baiutti, ha probabilmente tutte le carte in regola per amministrare il Comune. Nel confronto non ha brillato particolarmente nell'esposizione, ma ha dimostrato notevole conoscenza effettiva di cosa si può e non si può fare per Tricesimo, proponendo anche soluzioni concrete.

Perché votare Lucia Benedetti? La sua esperienza diretta, non certo breve, e dimestichezza con i problemi di Tricesimo la rendono forse il candidato che potrebbe attivarsi con maggior rapidità e organizzazione. Si tratterebbe anche del primo Sindaco donna di Tricesimo!

Perché non votare Lucia Benedetti? Il rischio è che rappresenti una prosecuzione dell'amministrazione precedente, ritenuta da molti troppo statica, se non addirittura immobile.

Claudio Comino. La vera novità di queste elezioni. Non ha alcuna esperienza politica e non ne fa mistero. Durante il confronto ha molto serenamente esposto le sue argomentazioni in modo conciso e diretto, cercando di rendere i suoi concetti alla portata di tutti. Una cosa assolutamente da apprezzare. Probabilmente è il candidato più vicino alla popolazione, essendo come lui stesso si è definito: un cittadino e non un politico.

Perché votare Claudio Comino? Rappresenta senza ombra di dubbio un vero e proprio cambiamento radicale, da molti tra l'altro desiderato in quel di Tricesimo. Darebbe inoltre un punto di vista veramente differente ed unico. I suoi eccellenti successi sportivi e nella vita quotidiana, fanno pensare che sia un uomo dotato di forza e carattere fuori dal comune. Dote da non sottovalutare.

Perché non votare Claudio Comino? Ovviamente si va incontro ad un'incognita, non avendo alcuna esperienza politica o amministrativa. Il rischio è quello di trovarsi in difficoltà di fronte a criticità molto specifiche che nonostante la sicura buona fede, potrebbero creare delle problematiche.

Gilberto Gamberini. Già consigliere di minoranza a Cassacco (M5S) ruolo da cui si è dimesso per correre a Tricesimo. Medico noto nel territorio e dotato di spiccate abilità oratorie e un grande senso dell'umorismo, entrambe caratteristiche ampiamente dimostrate durante il confronto. Da apprezzare la sua schiettezza nell'esposizione di temi molto delicati. Simpatiche le sue citazioni storiche (Napoleone e l'Impero Austroungarico).

Perché votare Gilberto Gamberini? Anche lui, come Comino, offrirebbe un punto di vista sicuramente fuori dagli schemi, che potrebbe portare a dei cambiamenti interessanti per Tricesimo e non solo. Il suo metodo di comunicazione e contatto con la cittadinanza è stato apprezzato a Cassacco e potrebbe rivelarsi valido anche per Tricesimo.

Perché non votare Gilberto Gamberini? Le sue idee in certe tematiche sembrano piuttosto difficili da concretizzare, se non addirittura irrealizzabili a tutti gli effetti, quantomeno in un mandato, considerando le tempistiche e la burocrazia italiana. Il suo pensare ed agire fuori dagli schemi, potrebbe rivelarsi un rischio e un costo, se non accompagnato da una solida programmazione.

Palazzo Municipale di Tricesimo (immagine da Wikipedia)
Espressa la mia opinione sui vari candidati, ci tengo a sottolineare che a mio avviso questo confronto non ha spostato di granché l'asticella verso uno o l'altro candidato. Ha piuttosto consolidato gli aspetti positivi e negativi di tutti i candidati e permesso a chi aveva già le idee abbastanza chiare di avere una definitiva conferma.

Insomma, gli indecisi sono ancora indecisi, e questi ultimi giorni di campagna elettorale saranno sicuramente i più infuocati. Non nei luoghi pubblici, ma nei luoghi strategici e nevralgici della cittadina e delle frazioni, comprese le abitazioni delle famiglie. Alla fine chi la spunterà? 

Spero in ogni caso che, chiunque vinca, almeno tutti e quattro i candidati sindaci riescano ad entrare in Consiglio Comunale. Sarebbe un peccato, per Tricesimo e non solo, se delle figure così valide e interessanti perdessero l'occasione di collaborare e dare nuovi spunti alla comunità e al circondario.

A tutti e quattro auguro buona fortuna!

Saluti
Vidocq

Intervista a Lucia Benedetti, Assessore e candidata Sindaco del Comune di Tricesimo

Lucia Benedetti, attuale assessore al bilancio del comune di Tricesimo (UD) nella giunta Mansutti, si presenta alle elezioni comunali del prossimo 11 giugno come candidato sindaco per il centro destra sostenuta da liste con simboli di partito, e da una una lista civica. Mamma di due figlie, laureata in giurisprudenza, impiegata presso la Corte dei Conti, e con una esperienza politica in ambito locale ultra decennale, Lucia Benedetti l’ho incontrata recentemente, e le ho posto cinque domande per saperne qualcosina di più considerando che, se eletta, sarebbe la prima donna sindaco a Tricesimo.


Una parte dell’opinione pubblica locale, ritiene che Lei rappresenti la naturale prosecuzione dell’attuale amministrazione, o meglio una sorta di "araba fenice" della giunta Mansutti considerata piuttosto statica. In che modo il suo mandato sarebbe diverso e innovativo rispetto al passato?

“Io o meglio noi se vinceremo non saremo la naturale prosecuzione dell’attuale amministrazione semplicemente perché la maggioranza sarà rappresentata da persone diverse. L’attuale Sindaco non si ricandida e non avrà alcun ruolo all’interno della prossima amministrazione. Degli attuali 10 consiglieri di maggioranza si ricandidano a mio sostegno in tre (il vice-Sindaco Fabbro e i consiglieri Clocchiatti e Raddi) a questi si aggiunge il Consigliere Santelia che però non fa parte di questa maggioranza. Questo ovviamente garantisce un ricambio in seno al Consiglio Comunale e alla Giunta; cambiando le persone, per forza di cose non può esserci alcuna prosecuzione dell’attuale amministrazione.

In secondo luogo sarei un sindaco molto presente che si impegnerebbe notevolmente e pretenderei lo stesso impegno da parte della giunta e dei consiglieri. Il sindaco e la giunta devono essere un punto di riferimento e una guida; gli organi politici devono indicare quali sono gli obiettivi da raggiungere, le cose che si vogliono realizzare e devono dare le priorità. Fondamentale è la programmazione, politici e tecnici devono collaborare e lavorare per cronoprogrammi monitorando costantemente lo stato di avanzamento delle opere e delle varie attività ed eventualmente aggiornando i cronoprogrammi stessi. È poi importante mantenere rapporti con il territorio per essere in grado di cogliere quali sono le necessità e le esigenze dei cittadini. Il nostro programma prevede diversi interventi tesi a migliorare la comunicazione e l’organizzazione e questo andrebbe a migliorare sensibilmente l’azione amministrativa. 

Tra le varie proposte evidenzio:  delegare un Consigliere comunale che rappresenti le frazioni, ne curi i rapporti e faccia da collegamento con la Giunta; reintrodurre un orario di ricevimento al pubblico degli amministratoti in modo che il sindaco e gli assessori si rendano disponibili in un determinato giorno e a un determinato orario;  presentare ai cittadini il bilancio di previsione in forma semplificata e pubblicarlo sul sito internet;  garantire un contatto diretto con la popolazione prevedendo degli incontri pubblici periodici;  migliorare e aggiornare il sito internet istituzionale;  riorganizzare gli uffici a seguito del passaggio in UTI e al fine di migliorare l’erogazione dei servizi;  garantire un costante e continuo dialogo tra la parte politica e i dipendenti, organizzando riunioni e incontri a scadenza fissa”.   

Premesso che Lei ha dichiarato che sarà un sindaco a tempo pieno, la Sua presenza andrebbe più verso l'ufficio, o verso una maggiore apertura con le problematiche e idee della cittadinanza?

“L’incarico di sindaco richiede impegno, tempo, preparazione e competenza. Io ho deciso di candidarmi quando ho verificato la possibilità di prendere un periodo di aspettativa dal lavoro che mi permetterebbe di svolgere l’incarico a tempo pieno. Lei mi chiede se la mia presenza andrebbe più verso l’ufficio o verso una maggiore apertura con le problematiche e idee della cittadinanza. Una cosa non esclude l’altra e anzi i due tipi di impegno sono complementari. Sarei presente in municipio e quindi garantirei un rapporto e un dialogo costante con i dipendenti ma anche sul territorio. E’ ovvio che un sindaco deve uscire sul territorio, incontrare le persone per poter decidere quali interventi attuare e come attuarli e come risolvere i problemi. Per fortuna a me piace stare in mezzo alla gente e ho una grande capacità di ascolto e credo che questo sicuramente mi aiuterebbe”.

Come assessore al bilancio Lei ha il polso della situazione e le dovute competenze e conoscenze su ciò che è possibile realizzare e su ciò che non lo è. Qual è il suo cavallo di battaglia, e quali sono i suoi due progetti concreti e fattibili prioritari che andrà a realizzare nei prossimi 5 anni?

“Gli interventi da fare sono molti e questo emerge dalla mia esperienza di amministratore e da un confronto con i cittadini, le associazioni, la scuola e con i tecnici comunali però purtroppo le risorse disponibili sono limitate e infatti nella stesura del programma per ogni tipologia di intervento ho verificato quale potesse essere la fonte di finanziamento evitando così di scrivere un bel libro dei sogni. Alcuni interventi dovremmo riuscire a finanziarli con risorse nostre (avanzo economico e avanzo di amministrazione) e con i trasferimenti da parte dell’UTI a valere sul fondo investimenti regionale. Vi sono poi le somme che sono state erroneamente trattenute al Comune a partire dal 2012 a titolo di extra gettito IMU e che lo Stato per il tramite della Regione dovrebbe restituirci. Con queste fonti di finanziamento si possono garantire gli interventi necessari al Campo Giordano, gli interventi presso Villa Ciceri in modo farla diventare un centro della friulanità e la manutenzione straordinaria dell’ippovia del Cormor.  

Ci sono poi due opere che mi stanno particolarmente a cuore e che vorrei caratterizzassero il mio mandato il cui costo però è notevolmente più alto e pertanto si rende necessario verificare la modalità di finanziamento. Mi riferisco alla realizzazione della nuova biblioteca e alla manutenzione straordinaria della scuola primaria. La nostra biblioteca vanta circa 21.000 prestiti annui, è molto conosciuta e apprezzata anche fuori comune. L’attuale struttura che la ospita non è sufficiente e non permette l’erogazione di altri servizi quali le letture animate e la realizzazione di corsi. La nostra proposta è quella di realizzare la biblioteca presso l’ex Banco Ellero con la contestuale riqualificazione del Parco Ellero che potrebbe ospitare alcuni parcheggi e diventare parco della biblioteca in cui realizzare un angolo per la lettura e lo studio all’aperto. La scelta di realizzare la biblioteca presso l’ex Banco Ellero è dettata dal fatto che è facilmente accessibile sia dal centro che dalla Statale, non si porrebbe il problema di parcheggi ed inoltre rivitalizzerebbe il centro. Il costo dell’intervento potrebbe aggirarsi sui 2-3 milioni di euro, il costo è alto e pertanto si rende necessario un finanziamento da parte della Regione. Di questo intervento ho già avuto modo di parlare con alcuni consiglieri regionali che si sono resi disponibili a verificare la fattibilità dell’opera e il suo eventuale finanziamento. L’altro intervento importante a cui tengo molto riguarda la scuola primaria. Si tratta di un intervento complesso che va dalla riqualificazione energetica, al rifacimento della palestra. Anche in questo caso gli importi potrebbero aggirarsi sui 2 milioni di euro. La fonte di finanziamento potrebbe essere un contributo europeo, statale o regionale o, per quanto riguarda la riqualificazione energetica anche un finanziamento da parte di privati. 

Se dovessi essere eletta mi metterei subito al lavoro per trovare le risorse da destinare alla realizzazione delle opere sopra indicate alle quali ovviamente si aggiunge l’ordinaria manutenzione di immobili, impianti e strade”.  

Parte della cittadinanza nutre timori per la presenza dei profughi sul territorio comunale. La Sua linea politica in merito andrà verso un'intensificazione dei controlli amministrativi e di ordine pubblico concessi al sindaco? Ad esempio: sarebbe eventualmente disposta, qualora la cittadinanza glie lo richiedesse, a far sentire la sua voce in seno alla Prefettura?

“Attualmente a Tricesimo ci sono circa 45 richiedenti asilo. La prefettura ha sottoscritto delle convenzioni con alcune cooperative che devono garantire vitto e alloggio, dare assistenza, sostegno, occuparsi dell’integrazione ma devono anche controllare e sorvegliare i loro assistiti. La sicurezza dei cittadini di Tricesimo va sempre garantita e quindi mi pare scontato che nel caso in cui dovesse rendersi necessario, il sindaco abbia il dovere di intervenire in primo luogo confrontandosi con le cooperative che li gestiscono ma se dovesse rendersi necessario anche con il Prefetto, anzi credo sia auspicabile instaurare un rapporto con la Prefettura”.

I giovani, quando si parla di politica, latitano. Il problema si presenta quando i giovani latitano anche la vita stessa di una comunità. Si tratta di una problematica che coinvolge i ragazzi di ogni dove. Nello specifico di Tricesimo, Lei ha in piano qualche iniziativa o attività che possa avvicinare alla vita comunale anche i giovani del paese? In senso politico e non solo.

“A mio sostegno ci sono molti giovani tra cui addirittura un neodiciottenne però effettivamente si registra una certa diffidenza e allontanamento dei ragazzi nei confronti della politica tanto che molti dichiarano apertamente di non andare a votare. Avvicinare i giovani alla vita comunale non è facile ed è un percorso che dovrebbe partire anche dalla famiglie e dalla scuola. Per avvicinare i giovani al Comune nel nostro programma è previsto di :  coinvolgere le scuole in progetti che riguardino la c.d. educazione civica (ricorrenza del 4 novembre, del 25 aprile, del 2 giugno);  avvicinare i bambini e i ragazzi al Comune organizzando delle visite presso il Municipio in cui si spieghi quali sono i ruoli e le funzioni degli organi comunali, invitando ad assistere a qualche Consiglio Comunale i ragazzi dell’ultimo anno della scuola secondaria di primo grado;  coinvolgere i ragazzi e avvicinarli alle istituzioni mediante la consegna della costituzione italiana ai neo diciottenni in occasione del 2 giugno festa della Repubblica”.

Un’ultima domanda: Sarà Lei la prima donna sindaco a Tricesimo?

“Questo dipende dagli elettori, tocca a loro decidere se vogliono avere per sindaco una donna di 43 anni di Tricesimo con tanta voglia di fare e che si dedicherebbe a tempo pieno a questo incarico. Io però credo proprio di sì!”

Ringrazio Lucia Benedetti per la disponibilità dimostrata a rispondere alle domande che le ho posto.

Saluti
Mstatus

Dr. Gamberini: Sotto le Stelle di Tricesimo

Sul Messaggero Veneto di oggi, domenica 30 aprile 2017, a firma di Luciana Idelfonso (la bella e simpatica cronista locale della testata), appare un articolo dove il dr. Gilberto Gamberini, già candidato sindaco a Cassacco nel 2014 per il Movimento 5 Stelle, annuncia la propria candidatura a primo cittadino di Tricesimo, dopo aver dato le sue dimissioni da consigliere di minoranza nello stesso comune di Cassacco. La giornalista scrive “ha sciolto la riserva” che, tradotto per il popolo della rete, significa: ho trovato almeno 11 cristi disposti a mettersi in lista e che mi hanno dato l’accettazione di carica, trovo un minimo di 60 persone che mi sottoscrivano e permettano di presentare la lista (con tutti gli allegati richiesti) e, dopo la trombatura a Cassacco, ci provo a Tricesimo con una lista civica dal nome che è tutto un programma romantico: Sotto le stelle di Tricesimo. Non so per quale perverso meccanismo mentale mi ritorni in mente quando, tanti anni fa, andavo in camporella proprio sotto le stelle.

A oggi, dunque, i candidati per la poltrona tricesimana di sindaco sono 5. Baiutti esponente di spicco di quel PD che ha attuato le riforme regionali per Uti, sanità, ecc. spesso contestate dal popolame; Benedetti attuale assessore al bilancio della giunta Mansutti col vantaggio potenziale di essere la prima donna a divenire sindaco della cittadina; Comino giovane disabile privo di un’esperienza politico amministrativa, ma dotato di tanta voglia di fare; Vattori, sempre che non vada o sia già andato a sostegno di Baiutti, un anziano già sindaco di Tricesimo che propone opere faraoniche, e ora Gamberini che ha maturato un triennio di opposizione a Cassacco sotto le insegne del 5 Stelle, e annuncia la rinascita di Tricesimo "sotto le stelle".

Da osservatore esterno dello scenario politico sociale tricesimano è indubbio che Tricesimo vada reinventata se si vuole che ritorni a rivestire un ruolo da protagonista nella zona pedemontana. Tra i 5 o 4 candidati (a seconda della scelta di Vattori e sempre che non arrivi qualcuno in zona cesarini), chi tra loro sarà a reinventare Tricesimo?

Palazzo Municipale (immagine da Wikipedia)
Agli elettori tricesimani l’onore di dare una risposta facendo i loro conticini di convenienza quando saranno soli soletti nella cabina elettorale l’undici di giugno. Per quanto mi riguarda, analizzando la situazione, per simpatia voterei Comino, ma talvolta la simpatia è canaglia. Razionalmente, però, il candidato più logico per chi si riconosce nell’area di destra e di centro, sempre che effettivamente tagli i ponti con la staticità dell’attuale giunta Mansutti evitando di essere l’araba fenice di una amministrazione dormiente, e abbandoni il fare da snob che caratterizza il centro destra liberale, è l’attuale assessore al bilancio avendo le qualifiche e le competenze necessarie, nonché il polso della situazione reale su ciò che è, e non è possibile fare per reinventare Tricesimo.

La Benedetti sarà la prima donna sindaco di Tricesimo?

Ave atque vale, popolo tricesimano.

Saluti
Mstatus

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