Tricesimo: Avvisi bellici!

Pochi giorni fa, in un tardo pomeriggio d'agosto, sono stato alla serata inaugurale dell'esposizione "Avvisi bellici" durante l'occupazione austro-ungarica e tedesca di Tricesimo durante la Grande Guerra (periodo 1917/1918), organizzata dall'Associazione Memorie Tricesimane. Mi sono letto molti degli avvisi esposti, anche se mi manca da leggere ancora la parte esposta sul lato nord della sala, cosa che farò nei prossimi giorni, ascoltando l'interessante e dettagliata relazione del prof. Ellero. L'esposizione è stata divisa in tre parti: la prima avvisi militari puramente bellici, la seconda avvisi relativi alle epidemie e alla quarantena tricesimana, e la terza avvisi sulla vita quotidiana e l'attività lavorativa (in prevalenza agricola), sempre dei tricesimani.

A livello di impatto comunicativo, gli avvisi sono molto d'effetto, in particolare quelli relativi alla pura gestione bellica (nascondere soldati italiani, consegna armi, detenzione armi, obbligo di esporre nominativi abitanti, ecc.) con pena spesso la morte. Un trattamento particolare spetta pure ai possessori di piccioni viaggiatori, ritenuti potenziali spie. D'altronde all'epoca il piccione viaggiatore era l'antenato delle nostre email attuali.

La documentazione esposta sulle epidemie (tifo, ecc.), ci fa conoscere che Tricesimo fu in quarantena totale per un certo periodo. Nessuno poteva uscire o entrare in paese.

L'ultima parte espositiva fa riferimento agli avvisi relativi alla vita lavorativa quotidiana basata essenzialmente sull'agricoltura. In un avviso si definiscono i prodotti agricoli, quanti se ne possono trattenere per il proprio sostentamento (es. 300 grammi di patate al giorno per un periodo massimo di 6 mesi), quanto si doveva ricavare dalla produzione per unità di terreno (in caso uno non arrivasse al quantitativo potenzialmente previsto dalla normativa veniva multato il comune, dove consegnare i prodotti, e via di seguito. Tra le tante mi hanno colpito un'ordinanza del distretto di Gemona a firma di un certo Col. Crevato (il Prof. Ellero mi ha detto che era un goriziano) sulla gestione dei generi di monopolio (deposito a Gemona), che di fatto è la base dell'attuale monopolio, e un avviso sui "bacchi da seta", dove non ho capito se bacchi sia un errore, oppure se all'epoca fosse quella la dicitura corretta.

Alcuni degli avvisi, composti da pochi punti (1, 2, 3) hanno un linguaggio molto diretto ed efficace. All'epoca la maggioranza degli abitanti di Tricesimo era analfabeta, e venivano letti dal prete durante le funzioni religiose.


Nei prossimi giorni andrò a leggermi gli avvisi che mi mancano. Non entro nel merito del gossip sui molti presenti, personalmente ho passato un momento piacevole e interessante che mi ha riportato indietro nel tempo e fatto, per quanto possibile, comprendere come si possa gestire il territorio da occupanti. 

Tenendo conto della particolarità del periodo, secondo me, non proprio tutte le cose organizzate dalla gestione militare dell'epoca furono proprio così negative. Ma questa è un'altra storia...

Prosit!
Mstatus

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