Terra Domani - L'Ultimatum del Coordinamento 9 Dicembre

Dopo circa un mese dalla sua nascita, il movimento “9 Dicembre” lancia un nuovo ultimatum per il prossimo 9 gennaio 2014 prevedendo manifestazioni di protesta presso i palazzi dei Consigli Regionali, e con una successiva probabile mobilitazione di massa a Roma presumibilmente per il giorno 18 gennaio. La richiesta è sempre la stessa: intimazione all’attuale Parlamento e Governo di "andarsene a casa". 

Al di là del mercato delle vacche sui numeri, si constata che l’interesse dimostrato dall’opinione pubblica nei confronti delle manifestazioni di protesta proposte da questo movimento apartitico e di popolo appare, comunque, ridotto. I numeri in campo sono risibili, e si constata una sorta di compattazione collettiva da parte del sistema. Nonostante ultimatum, proteste con connessi ed annessi, nulla è cambiato.

I militanti del “9 Dicembre”, presenti nei vari presidi, lamentano il fatto che la popolazione non dimostra un serio interesse ai problemi in cui sta versando il nostro Paese, e che l’opinione pubblica resta sostanzialmente indifferente alle varie iniziative proposte. Spesso, però, i passanti non comprendono molto bene che cosa chiedano o perché siano lì i militanti del movimento. Come sperare, dunque, che vi sia una mobilitazione più massiccia? Per esperienza diretta a Udine alla manifestazione del 14 dicembre scorso, parteciparono oltre 1500 cittadini, che se confrontati al numero di persone che si recano allo stadio Friuli alla domenica per la partita dell’Udinese risulta un numero piuttosto ridotto.



Si ha la sensazione che la comunicazione del movimento appaia alquanto approssimativa, e spesso venga usata la parola “Rivoluzione” senza, indicare, però, dove in concreto si voglia andare a parare. In che cosa consisterebbe questa rivoluzione? Parlatene bene o parlatene male, l’importante è che se ne parli. I media canonici, comunque, nelle scorse settimane, hanno riservato uno spazio alle iniziative del movimento “9 Dicembre”. In linea di massima la comunicazione appare rivolta dall’esterno verso il movimento, piuttosto che all’inverso. O meglio, se propongo qualcosa, dovrei fare in modo che ciò che propongo sia comprensibile all’esterno, piuttosto che resti all’interno irridendo chi non la pensa come me. Inutile dare ipoteticamente dell’ignorante a chi, magari, non presta attenzione e continua nell’indifferenza. Ci si interroghi perché i “molti che hanno poco”, potenzialmente un esercito di 10 mln di persone, non diano la propria disponibilità a partecipare alle iniziative proposte.

Per l’ultimatum intimato vien da chiedersi: Ma che cosa farà il movimento “9 Dicembre” se non otterrà soddisfazione? Se quelli non se ne vorranno andare a casa che farà il “9 Dicembre”? Entrerà dentro ai palazzi e porterà fuori gli inquilini prendendoli per il lobo dell’orecchio?

L’armata Brancaleone? Non spetta a noi giudicare, si può solo constatare che il movimento non ha ricevuto, e non sta ricevendo una grossa attenzione da parte dell’opinione pubblica. La rivoluzione fino ad ora non c’è stata, e si dubita che ci potrà essere al 9 Gennaio nonostante gli ultimatum, ed il motto “Che Dio ci benedica”. Per il resto nulla di nuovo sul fronte occidentale, tutto come prima: suicidi da disperazione, tasche vuote, difficoltà alla seconda settimana del mese e nessuna speranza per il futuro. Lacrime a manetta, però, per un personaggio famoso in coma con rispettive visite guidate all’ospedale, e prenotazioni per il suo funerale.

Terra Domani Friuli VG
Dario Calligaro

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