L'incoronazione di Celestino V: il mistero del terzo quadro del prete Bérenger Saunière

L'amica Krack, che studia da diversi anni i Templari ed i loro misteri e segreti, leggendo i nostri articoli su Rennes-le-Chateau, ed in particolare sull'enigmatico Papa Celestino V famoso per la "grande rinuncia" e aver fatto come si dice "una brutta fine", ha scritto alcune riflessioni in merito a tutta l'oscura vicenda, ed in particolare in riferimento ad un presunto terzo quadro acquistato da Bérenger Saunière che Antares definisce così: "era un prete simoniaco coinvolto in mille porcherie. Tra l'altro si sospetta che fabbricasse reperti fittizi, come del resto era molto comune ai suoi tempi".


Il presunto terzo quadro acquistato da Bérenger Saunière (di Krack)

Tra i tanti misteri che impregnano l'aria di Rennes-le-Chateau vi è la figura di Celestino V anacoreta divenuto Papa, suo malgrado, il 29 agosto 1294 ucciso dopo mesi di "prigionia" il 19 maggio 1296. Per coprire l'orrendo misfatto il corpo viene gettato nel buio di un pozzo dove rimane per secoli. Questo sfortunato Pontefice compare nel presunto terzo quadro acquistato da Bérenger Saunière nel suo viaggio a Parigi: "Incoronazione di Celestino V a Collemaggio" di un anonimo del Seicento.

Il parroco si reca nella capitale francese presso San Sulpice da Emile Hoffet per farsi decifrare le famose pergamene trovate nel pilastro visigoto. Realizzata la decodificazione in una possiamo leggere la famosa frase "Pastorella nessuna tentazione che Poussin e Teniers detengono la chiave..." Per quanto riguarda le prime due citazioni riguardano come risaputo "I pastori di arcadia" di Poussin e "La tentazione di Sant'Antonio nel deserto" di Teniers.

Mentre la CHIAVE per appunto compare nelle mani di Celestino V nel misterioso quadro sopra citato tra l'altro opera è di difficile reperimento. Svolgendo un'attenta analisi iconologica del dipinto vediamo dieci figure oltre al Pontefice in numero di 5 per ogni lato. Guardando il gruppo a destra si nota nello sfondo un monaco direi benedettino, subito di fronte si trova una figura di donna vestita con abiti usati nella Firenze del 1300 e qui nasce il primo mistero in quanto la donna nel Medioevo sopratutto cattolico era considerata una figura "minore" sicuramente non degna di presenziare ad una investitura di un Papa.


Proseguendo ci sono due vescovi riconoscibili dalle vesti e dai bastoni pastorali. La quinta figura presumibilmente Dante Alighieri (recenti studi hanno confutato il fatto che Dante con una delegazione fiorentina fosse presente all'evento alla luce di quanto è emerso non sarebbe Celestino V il Papa del gran rifiuto citato nella Divina Commedia dal sommo poeta). A Destra del Pontefice dopo l'ecclesiasta c'è un gruppo di tre personaggi storici: in primo piano un re si nota dallo scettro e dalla spada Edoardo II che ha combattuto nel 1314 nella battaglia di Bannockburn contro Robert de Bruce e un manipolo di eroici templari scampati al massacro del 1307-1314.

Subito dietro Enrico VIII smagrito si disinteressa dell'evento come fa pure l'uomo dietro. Infine sull'estrema destra c'è un giovane uomo vestito con abiti di epoca romana. Ma il festival delle stranezze non finisce qua, l'ambientazione dell'opera non è sicuramente Collemaggio, basta dare un'occhiata allo sfondo del quadro, lo scranno su cui siede il Pontefice (ribadisco con una CHIAVE in mano) è volutamente dipinto fuori asse quasi a renderlo "traballante" forse una visione allegorica della Chiesa Romana. Inoltre l'Abbazia di Collemaggio di forma ottogonale (come Castel del Monte) è quasi certamente templare o comunque eseguita con le proporzioni geometriche della "spiritualizzazione della materia" introdotte in Europa nel 1200-1300 da questo ordine.

Per ultimo ho trovato delle teorie che ipotizzano verosimilmente che durante i processi inquisitori ai Templari nel 1310 furono arrestati e ferocemente torturati un manipolo di monaci-soldati proveniente da Collemaggio. Comunque sarà Clemente V, colui che ha infamato, distrutto, torturato i Templari, pochi mesi dopo "aver appiccato" il rogo che ha immolato l'ultimo Gran Maestro a canonizzare Celestino V."

Saluti
Krack

Commento di Vipom: - Ho davanti mentre scrivo una fotocopia del quadro in questione e, analizzando meglio i dettagli, al di là dell'identificazione dei personaggi sui quali non è facile esprimersi, mi sembra che uno dei particolari più appariscenti del dipinto, oltre alla Chiave (della quale a mio giudizio, se avessimo l'originale, sarebbe interessante misurarne la lunghezza per vedere se corrisponda alla famosa cifra 681 in cm), sia il volto quasi stupefatto e arrendevole di Celestino V, un viso quasi angelico che sembra esprimere una specie di smarrimento e una sorta di angoscia per l'incoronazione alla quale si sta sottoponendo. Il viso di Celestino V sembra quasi parlare: "Signori, fate pure, fatemi dunque Papa, il destino ha voluto così, ma sappiate che ho una chiave in mano (681), sappiate che so tutto di Cristo, e tutta questa pompa è del tutto sproporzionata alla Verità che io posseggo. Non appena aprirò con questa Chiave la Verità di Cristo, sono sicuro vi pentirete di quello che state facendo."

E' certo una mia impressione, ma tutta la persona di Celestino, al cospetto degli altri personaggi, esprime stupore e incredulità per quanto sta succedendo suo malgrado sotto i suoi occhi smarriti e meditabondi... qualcosa che già anticipa il Gran Rifiuto. La spiritualità di Celestino ne esce di gran lunga intatta, a lui del resto interessava soltanto questa... per lui Cristo era un uomo come tanti altri che lottava appunto per la spiritualità, per il trionfo della Giustizia contro tutta la materialità di cui si è sempre ammantata la Chiesa di Roma.


Ecco perchè Sauniere si fa fare una copia del quadro, appunto perchè aveva forse capito che il messaggio di Cristo non deve essere ricercato in dogmi vuoti di senso e pieni di bizantinismi incomprensibili, bensì nel suo messaggio di Pace, Uguaglianza e Giustizia da realizzare qui sulla Terra anche a costo di farsi crocifiggere, come poi infatti avvenne.

La spiritualità deve essere coniugata con la Giustizia, sembra dire Celestino V insieme a Cristo, altrimenti non ha alcun valore… e la Giustizia della Chiesa ha ben poco di spirituale. -

Saluti
Vipom

Commento di Antares: - Si perdoni il mio scetticismo. Innanzitutto ammetto la mia ignoranza sui dettagli dell'oscura materia di Saunière. Ho l'impressione di pescare in acque limacciose e lutulente. Le mie argomentazioni linguistiche hanno forse portato qualche frutto: adesso salta fuori che le iscrizioni che Saunière avrebbe trovato sono state decifrate. Ammesso questo, i casi sono due. Prima ipotesi: si trattava di una lingua ignota al parroco ma che solo in pochi conoscevano (escludo quindi il latino e l'occitano). Seconda ipotesi: si trattava di un codice che decrittato avrebbe fornito il testo in francese moderno (il che equivale a dire un falso). Mi piacerebbe a questo punto conoscere il testo originale. C'è qualcuno che lo può produrre? Spero che la domanda non sia destinata a rimanere retorica.

A proposito di Celestino V, mi azzardo a formulare una teoria controcorrente e provocatoria. E se invece il Gran Rifiuto fosse nato da una presa di coscienza in senso cataro, ovvero derivato da un'adesione al docetismo? In tal caso si sarebbe avuta una negazione radicale della corporeità di Cristo. A Cristo, in origine un essere angelico appartenente ad un altro piano di realtà, la Chiesa di Roma avrebbe attribuito un corpo fisico per renderlo più comprensibile alle masse. E col corpo fisico, ecco l'attribuzione della carne, del sangue, della transustanziazione, e anche del Sang Real, in quanto al corpo si addicono sperma e fecondità.


Questa ipotesi su Celestino è poi così improbabile come sembra a prima vista? Per quanto la cosa non sia molto divulgata, non dimentichiamoci che all'interno della Chiesa di Roma ci furono anche preti e monaci che segretamente aderivano al Catarismo. Ora affermo quello che nessuno può contraddire: il potere papale ha perseguitato ferocemente i doceti. Dove l'Inquisizione imperversava, negare la corporeità di Cristo era ritenuta una tale empietà che chi era trovato colpevole aveva soltanto due scelte: abiurare o essere bruciato vivo sul rogo. Si è mai visto un simile accanimento contro chi pensava che Cristo fosse solo un uomo? Non riesco neppure a trovare una chiara documentazione di una simile dottrina di un Gesù totalmente umano. Anzi, mi piacerebbe conoscerne il nome, visto che non lo trovo da nessuna parte.

Tengo anche presente che mentre possiamo discutere con precisione micrometrica molti testi docetisti prodotti nell'arco di secoli, dallo Gnosticismo al Manicheismo e infine al Catarismo, non abbiamo nulla di concreto sulla dottrina segreta dei Templari. Da quel poco che posso sapere, mi sembra che anche i Templari fossero Doceti e profondamente influenzati dal Catarismo. Chi potrebbe spiegare in modo ragionevole l'abiura del crocefisso se non attraverso la negazione degli idoli e della corporeità di Gesù? Io farei piazza pulita di molta paccottiglia ottocentesca. Riguardo alla supposta discendenza di Gesù, direi che almeno i suoi sostenitori potrebbero attribuirgli qualcosa di meglio dei degenerati Merovingi".

Saluti
Antares

Personalmente la penso come Antares sul fatto che Bérenger Saunière fosse un prete simoniaco coinvolto in mille porcherie e che fabbricasse reperti fittizi per il proprio interesse. D'altronde nessuno ha ancora chiarito i dubbi di Antares che chiede: "come mai la pergamena rinvenuta da Saunière è scritta in lingua d'oil, e per giunta moderna?".

Come mai? Avete incuriosito pure me... prima o poi vi deciderete a darmi una risposta!

Saluti
Mstatus

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