Genova, tragedia annunciata. Di chi è la colpa?

Secondo me, la colpa è generale e datata anche se alla fine, forse, il colpevole per la caduta del ponte sarà l'ometto che andava con l'apecar a pitturare i bulloni sul ponte crollato. Da cinquant'anni il paese sta andando avanti per inerzia, e si è fatta una politica per mettere pezze sull'immediato evitando di pianificare una serie di interventi strutturali a lungo termine. Nel caso di Genova, in particolare, si è preferito optare per una sola grande arteria che conglobasse il traffico generale, compreso quello pesante, e per non scontentare gli elettori o i comitati di protesta non si è provveduto a realizzare un percorso alternativo. Inutile che si puntino il dito addosso uno all'altro.

Un po' come avviene per gli inceneritori (esempio casuale), dove tutti sanno che c'è il problema rifiuti, ma nessuno vuole un impianto di smaltimento nel proprio comune (giù proteste, comitati, ecc.). Adesso che la via non è più praticabile, si è mandato nel pallone tutto il traffico verso ovest. Tra l'altro da alcuni anni mi pare sapessero che il ponte era piuttosto ballerino, e ora in fretta e furia si farà il percorso alternativo in barba a proteste, comitati e palle varie.

Per quanto riguarda il traffico pesante si è preferito lasciarlo su ruota, rispetto ad altri paesi, evitando la ferrovia e intasando le autostrade, con relative conseguenze anche sulle strutture (esempi: vari ponti malmessi o che crollano). La logica vorrebbe che i tir salissero sui vagoni merci, percorressero il tragitto fino in prossimità del luogo di scarico delle merci, limitando il traffico su ruota alla sola percorrenza per consegna sul locale (all'estero fanno così).

Al posto di raccontare favolette, promettere mari e monti, dicano le cose come stanno e cerchino di far lavorare le cellule grigie per trovare delle soluzioni.

Foto del ponte precedente alla tragedia, scattata da un privato cittadino e fatta circolare su facebook
Un esempio stupido sull'edilizia. Si continua a costruire nuovi edifici nonostante ci siano immobili in eccesso, e non si fa un piano decennale di recupero del patrimonio edilizio esistente dove, tra l'altro, la manodopera richiede una maggiore qualificazione permettendo di far ripartire anche le scuole professionali prima che i vecchi artigiani si estinguano e non si trovi più qualcuno in grado di trasmettere gli insegnamenti.

Lasciate da parte tutte le polemiche, comitati, ecc. chi gestiva il territorio all'epoca (e anche in precedenza) ha ritenuto di tenere una unica via generale di grande traffico, compreso quello pesante (il ponte crollato), senza provvedere a realizzare un percorso alternativo al di là che si sapesse, o meno già allora che il ponte era piuttosto ballerino. Secondo me, abbiamo bisogno che la politica in generale adotti il metodo Churchill che cominci a lasciare da parte le promesse e le favolette, e dica come stanno effettivamente le cose provando a trovare delle soluzioni concrete senza timore di assecondare l'elettorato.

Saluti
Mstatus

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