Bignami di Storia d'italia dal secondo dopoguerra ad oggi

Questo articolo è una riflessione di Mauro Gargaglione

Siccome pagare le tasse è un atto individuale, lo Stato avrà sempre buon gioco a inchiodare ll contribuente che non paga, invece spaccare vetrine e mettere a ferro e fuoco la proprietà privata è un'azione collettiva e concertata.

Il leviatano statale campa su milioni di atti individuali che può perseguire uno ad uno, quindi è tranquillamente in grado di tollerare le violenze collettive, perché sono assai di più gli individui inchiodabili per mancato pagamento delle tasse, milioni, che un gruppo di manifestanti facinorosi che possono rispondere con la violenza, solo poche centinaia.

Si dà un solo caso nel quale gli individui che non pagano le tasse diventano milioni, quindi impossibili da perseguire per mantenere la base contributiva sufficientemente ampia per alimentare il leviatano, il caso in cui viene distrutta l'economia privata, cioè la produzione di ricchezza netta.

La conseguenza è che la mancata contribuzione non è più una scelta dell'individuo isolato ma un'azione logica delle persone.

Se manca il reddito crolla la contribuzione.

Le fasi del processo sono chiaramente riconoscibili nella storia d'italia dal secondo dopoguerra in avanti da chiunque si prenda la briga di rifletterci un po'.


Fase 1

La macchina statale è di ridotte dimensioni e quindi di ridotte pretese fiscali.

Gli individui sono relativamente liberi di inventarsi come arricchirsi sul mercato che ha un basso livello di interferenza statale.

Fiorisce l'iniziativa privata e la creatività di imprenditori, tecnici e maestranze viene ammirata in tutto il mondo.

In Italia furono gli anni del boom economico.

Le persone iniziano ad accumulare una rilevantissima quota di risparmio privato.

Immagine da L'Adigetto

Fase 2

La politica, sempre a caccia di consensi, ingrossa le file della pubblica amministrazione per ottenere voti dai beneficiati.

La sinistra intanto pompa sulla cultura dello Stato buono e del padrone cattivo da tenere al guinzaglio.

Siamo nei formidabili (per Capanna) anni '70. Lo Stato comincia a gonfiarsi sempre di più, unitamente alla cultura dell'invidia sociale.

In questa fase le tasse sono ancora sopportabili perché il fabbisogno di quattrini viene soddisfatto attraverso il combinato disposto di accumulo di debito e stampa di quattrini la quale innesca un'alta inflazione che trasferisce ricchezza dai ceti produttivi a quelli parassitari, cioè è una mega tassa sul ceto medio ma il cittadino non lo sa.

In questa fase esplode la fioritura del capitalismo relazionale, nascono un sacco di imprenditori amichetti che pagano profumatamente la politica che gli fa leggi di favore per obbligare i consumatori a servirsi da loro pagare di più.

Il sistema economico sano però è ormai alle corde.

Gli interessi per piazzare il nostro debito pubblico sono troppo alti, segno che chi li compra si fida poco e vuole essere ben pagato.

C'è un solo modo per abbassarlo, farselo garantire da stati apparentemente più seri.

Dobbiamo giocoforza entrare nell'euro.


Fase 3

Dopo sette/otto anni di gozzoviglie politiche favorite dal basso interesse sui titoli di Stato, che invece di rappresentare un'occasione per segare la spesa pubblica ne incentivano l'ulteriore aumento, scoppia la crisi dei subprime americani che innesca poco dopo quella dei debiti sovrani.

Non potendo più accumulare debito e stampare moneta, lo Stato comincia a stringere i bulloni della repressione fiscale, servono quattrini sporchi, maledetti e subito.

Si dichiara la guerra al contante per costringere le persone a tenere i loro risparmi inchiodati in banca dove, se serve, lo Stato può mettere sopra le mani.

Obiettivo quotidiano, arrivare a sera, domani ci penseremo.

Risultato, qualunque azienda che non è degli amichetti ha valore in quanto pagatrice di tasse, se non ce la fa, che fallisca pure.

E così succede, facendo esplodere la disoccupazione privata e mettendo in serio rischio il gettito. 

Chi può sbaracca e delocalizza. 

Chi vive di consumi interni non ha scampo. 

La domanda crolla.

Quindi il Leviatano non può far altro che intervenire su ciò che rimane sul risparmio privato di quello che fu il popolo più risparmiatore del mondo, che ci rendeva così ingenuamente tranquilli di riuscire a superare senza troppi danni la crisi economica.

Ma non è più una crisi economica, perché non passa e non passerà finché non deflagra lo Stato che ne è il responsabile assieme a coloro che campano di esso.

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