Dagli scritti di Ludwig Von Mises - Burocrati e Burocrazia

Nel XIX secolo, i Parlamenti tendevano a restringere quanto più possibile le spese pubbliche. Ma poi il risparmio è divenuto oggetto di disprezzo. Spendere senza limiti è stato considerato una politica saggia. Tanto il partito al potere quanto l'opposizione hanno lottato per la popolarità, attraverso una politica di spesa sconsiderata. Creare nuovi uffici, con nuovi impiegati, è divenuto una politica "positiva"; e ogni tentativo di impedire lo sperpero dei fondi pubblici è stato screditato come "negativismo".

Se una grande parte degli elettori figurano sul libro paga dello Stato, la democrazia rappresentativa non può seguitare a vivere. Se i membri del Parlamento non si considerano più mandatari dei contribuenti ma rappresentanti di coloro che ricevono salari, stipendi, sussidi e altri benefici dal Tesoro, la democrazia è spacciata.

Questa è una delle antinomie presente nei problemi costituzionali di oggi. Essa ha fatto perdere a molte persone la speranza nel futuro della democrazia. Nel momento in cui ci si convince che la tendenza a una maggiore interferenza dello Stato nell'economia, la tendenza a moltiplicare gli uffici e gli impiegati, ad aumentare i sussidi e le sovvenzioni è inevitabile, si perde fatalmente la fiducia nel governo del popolo. 


Il burocrate come elettore

Il burocrate non è soltanto un impiegato statale. In un regime democratico, egli è allo stesso tempo un elettore e, come tale, partecipe della sovranità dello Stato, suo datore di lavoro. Il funzionario si trova in una posizione particolare. E il suo interesse pecuniario di dipendente sopravanza il suo interesse di padrone, dato che egli trae dai fondi pubblici molto più di quanto a essi non contribuisca.

Tale doppia relazione diventa più importante nella misura in cui aumenta il numero delle persone sul libro paga dello Stato. Il burocrate, come elettore, è più desideroso di ottenere un aumento che di mantenere il bilancio in pareggio. La sua maggiore preoccupazione è ingrossare il libro paga.

La struttura politica della Germania e della Francia, negli anni antecedenti alla caduta dei loro governi democratici, è stata in larga parte influenzata dal fatto che lo Stato costituiva una fonte di reddito per una parte considerevole dell'elettorato. Non c'erano solo le schiere dei pubblici impiegati e dei dipendenti dei servizi nazionalizzati (per esempio, ferrovie, poste, telegrafi e telefoni), ma c'erano i beneficiari del sussidio di disoccupazione e dell'assicurazione sociale, come pure i produttori agricoli e alcuni altri gruppi che lo Stato direttamente o indirettamente sovvenzionava. Il loro principale interesse era quello di assicurarsi una parte più grande dei fondi pubblici. Costoro se ne infischiavano delle questioni "ideali" quali la libertà, la giustizia, il primato della legge e il buon governo. Essi chiedevano più denaro; e questo era tutto. Nessun candidato al Parlamento, ai Consigli provinciali e comunali avrebbe potuto correre il rischio di opporti all'appetito dei pubblici impiegati, avidi di aumenti.
I vari partiti politici erano ansiosi di superarsi l'un l'altro in prodigalità.

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