
Se una grande parte degli elettori figurano sul libro paga dello Stato, la democrazia rappresentativa non può seguitare a vivere. Se i membri del Parlamento non si considerano più mandatari dei contribuenti ma rappresentanti di coloro che ricevono salari, stipendi, sussidi e altri benefici dal Tesoro, la democrazia è spacciata.
Questa è una delle antinomie presente nei problemi costituzionali di oggi. Essa ha fatto perdere a molte persone la speranza nel futuro della democrazia. Nel momento in cui ci si convince che la tendenza a una maggiore interferenza dello Stato nell'economia, la tendenza a moltiplicare gli uffici e gli impiegati, ad aumentare i sussidi e le sovvenzioni è inevitabile, si perde fatalmente la fiducia nel governo del popolo.
Il burocrate come elettore

Tale doppia relazione diventa più importante nella misura in cui aumenta il numero delle persone sul libro paga dello Stato. Il burocrate, come elettore, è più desideroso di ottenere un aumento che di mantenere il bilancio in pareggio. La sua maggiore preoccupazione è ingrossare il libro paga.
La struttura politica della Germania e della Francia, negli anni antecedenti alla caduta dei loro governi democratici, è stata in larga parte influenzata dal fatto che lo Stato costituiva una fonte di reddito per una parte considerevole dell'elettorato. Non c'erano solo le schiere dei pubblici impiegati e dei dipendenti dei servizi nazionalizzati (per esempio, ferrovie, poste, telegrafi e telefoni), ma c'erano i beneficiari del sussidio di disoccupazione e dell'assicurazione sociale, come pure i produttori agricoli e alcuni altri gruppi che lo Stato direttamente o indirettamente sovvenzionava. Il loro principale interesse era quello di assicurarsi una parte più grande dei fondi pubblici. Costoro se ne infischiavano delle questioni "ideali" quali la libertà, la giustizia, il primato della legge e il buon governo. Essi chiedevano più denaro; e questo era tutto. Nessun candidato al Parlamento, ai Consigli provinciali e comunali avrebbe potuto correre il rischio di opporti all'appetito dei pubblici impiegati, avidi di aumenti.
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