Gemona: cuore del Friuli fino all'Estremo Oriente - Parte III

Terza parte (ed ultima, non preoccupatevi) del mio breve racconto pseudostorico sulla bellissima cittadina di Gemona del Friuli. In questa parte cercherò di deliziarvi con quelle che sono a mio avviso le più interessanti curiosità che circondano Gemona di un alone di importanza storica non indifferente. Vi chiarirò finalmente anche perché ho deciso di scegliere il titolo che ho scelto…

Giocatori d’azzardo e Magia Nera

Lo sviluppo economico di una città ne comporta anche lo sviluppo di abitudini non sempre pie. L’aumentare della pecunia nelle saccocce dei gemonesi portò loro a dedicarsi ad attività meno lecite e onorevoli delle precedenti di cui vi ho parlato. Tuttavia, questo genere di cose accade ovunque nel mondo intero, per cui è inutile soffermarci granché sui vizi su cui si gettano le persone una volta ottenuta un’abbondante (o anche no) disponibilità economica. Basti sapere che una delle attività che più presero piede in epoca medievale fu il gioco d’azzardo. Ciò che è davvero interessante da raccontare è la storia della maga Tarsilia, di cui si dice che fosse in grado, utilizzando la corda di un impiccato, di far smettere le persone di giocare.

Un metodo a dir poco bizzarro, ma quale maga non lo è? Inoltre, a quanto pare, Tarsilia possedeva veramente qualche strano potere, dato che le sue stregonerie si dice che avessero un enorme successo. Tra le gesta della maga possiamo nominare la capacità di far riconciliare, tramite l’ingestione di piante di rose, coppie separate, famiglie distrutte, rapporti spezzati. Niente che un amico o un parente non possa fare tramite dei buoni consigli, voi direte, ma Tarsilia era anche in grado di far ritrovare oggetti smarriti, persino soldi. Le sue doti erano ammirate da Gemona a Cividale, dove ormai era diventata un personaggio piuttosto famoso.

Purtroppo fu proprio la sua fama a condannarla. L’importanza di Tarsilia nella comunità era ormai diventata troppo altisonante per non attirare l’interesse della Santa Chiesa. Morale della favola? Tarsilia è forse una delle poche streghe della storia a non essere bruciata sul rogo! Una volta convocata dal Tribunale dell’Inquisizione, infatti, fu condannata “solamente” all’esilio, ma arricchito da un tipico monito ecclesiastico: fu scortata fino alla porta della città e ricoperta di frustate da due "giannizzeri d’elite" scelti apposta per l’occasione, uno proveniente da Gorizia e uno da Portogruaro.

Un antichissimo santuario

Chi non ha mai sentito parlare di Sant’Antonio? Sì, proprio lui: Sant’Antonio da Padova. Ebbene pochissimi sanno che a Gemona esiste un luogo sacro dedicato a tale importantissima figura della storia del Cristianesimo, si tratta del santuario di Sant’Antonio. Che cosa c’è di tanto strano o interessante? Semplice: si tratta del più antico tempio dedicato al culto di sant’Antonio della Storia. Non è famoso come quello di Padova, dove il santo morì, o come quello di Lisbona, dove il santo nacque, ma sappiate che vi sono dei documenti che certificano il passaggio nella cittadina pedemontana del dottore della Chiesa.


Tali documenti riportano che il frate frequentò la piccola chiesa (da cui il santuario deriva) all’incirca attorno al 1227, chiesa che venne però consacrata solamente diciassette anni dopo la sua morte, ovvero nel 1248, data in cui tale chiesa venne dedicata al defunto prelato. Stiamo parlando di decenni prima dell’edificazione della basilica di Padova e la leggenda vuole che sia stato proprio sant’Antonio ad ideare la piccola chiesa, dopo essere stato in visita a Gemona dei suoi confratelli, di cui era superiore generale. Purtroppo il terremoto distrusse la chiesa originaria, che venne poi ricostruita secondo canoni architettonici più contemporanei.

La missione di Fra Basilio

Siamo giunti al punto: perché diavolo ho scelto questo titolo? Che ci azzecca Gemona con l’Estremo Oriente? A prima vista nulla, ma se andiamo a spulciare nei polverosi archivi della Storia, non possiamo non restare sorpresi!

Dal Cinquecento in poi il mondo occidentale e quello orientale cominciarono ad instaurare rapporti commerciali estremamente consistenti e redditizi. Le merci orientali erano molto rare in Europa e il mercato era fiorente e fonte di immensi guadagni e ricchezze per ambo le realtà economiche. Gli scambi, però, rimasero a lungo puramente commerciali, dettati da un interesse materiale, legato al denaro. Non esistevano contatti tra le due culture da un punto di vista sociale, politico, diplomatico e culturale. Dopotutto la cultura orientale, in particolare quella cinese, era già da allora considerata tra le più vaste ed antiche del pianeta.

Fra Basilio Brollo, di Gemona, si trovò nel porto di Venezia a dover prendere una decisione importantissima: partire per la Cina oppure no? La risposta fu scontata ed immediata. Il suo compito era quello di portare la parola del Vangelo nell’Estremo Oriente, ma non è questo il motivo per cui io voglio parlarvi di lui. Dopo anni di viaggio, passando anche per le famose città di Shanghai e Pechino, fra Basilio si trovò nella città di Sian, nel cuore della Cina, dove visse per oltre vent’anni, fino alla sua morte.

Oltre a portare a compimento la sua missione di divulgazione del verbo ecclesiastico, Basilio ebbe modo di studiare in maniera assai approfondita e di traddurre la letteratura cinese, i suoi vocaboli, i suoi caratteri, e decise così di realizzare quello che è tuttora considerato il primo dizionario cinese-latino della Storia. Questo manufatto di inestimabile valore divenne ben presto lo strumento più importante che portò all’avvicinamento della cultura europea a quella cinese. Esso veniva usato non solamente da religiosi e missionari, ma anche da diplomatici, studiosi e grossi commercianti. Nonostante questo il dizionario rimaneva un prodotto assolutamente elitario, a cui pochissimi eletti avevano accesso. Ad intuire l’importanza di una stampa più consistente dell’opera fu nientemeno che Napoleone Bonaparte in persona, che ordinò di tradurlo in francese e di stamparlo. Possiamo dunque dire che fu Fra Basilio Brollo da Gemona a rompere il ghiaccio con quella che era considerata una misteriosa e quasi leggendaria civiltà.

« ...Dio ci guardi l'arrivare ad un convito in China, è un piciolo purgatorio ... »

Saluti
Vidocq

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