Non so se qualcuno se n'è accorto, ma pare che da alcuni giorni l'Europa sembra non dare più segni della sua decennale tracotanza, dinanzi ad un piccolo Stato come la Grecia è chiaramente sulla difensiva, non sa come riscuotere le centinaia di miliardi di debito accumulati, la Nazione a sud-est dell'Italia sembra a sua volta alzare la testa e aumentare la posta in palio: prolungare e dilazionare all'infinito il debito in cambio della permanenza nell'Euro e nell'Unione Europea.
Lo dicevo molto tempo fa: la Grecia, Patria eccelsa della Filosofia e della Democrazia, sta dando una lezione amara ai profittatori e agli speculatori europei ed euroatlantici; non pagherà il debito solo per fare un favore ai distruttori dello stato sociale, anzi è decisa a svuotare di significato i trattati firmati ed aumentare la spesa sociale a scapito delle politiche di austerità.
Il debito in sostanza deve essere rivalutato, studiato, decurtato...perchè è evidente che il FMI, la BCE, la Germania, le banche americane e inglesi, per non parlare delle famose agenzie di rating che tanto danno hanno fatto a Stati anche virtuosi come l'Italia, hanno deliberatamente gonfiato le problematiche finanziarie greche senza tenere in nessun conto le potenzialità di sviluppo economico reale del piccolo Stato, il cui turismo, una volta fiore all'occhiello, era al'avanguardia in tutto il mondo, per non parlare della produzione primaria, distrutta da vincoli e Leggi con il solo fine della distruzione della produttività ad uso interno ed esterno per favorire il commercio e lo sviluppo della Germania.
Se l'Europa non ritorna al progetto iniziale, ad uno Stato Unico in cui la moneta non è un capestro ma una maniera sostenibile per scambiare in modo equo i prodotti all'interno dell'area Euro, per essa suoneranno a breve le campane a morto, perchè è logico che si è sviati dal progetto originale, la moneta e l'UE hanno perso in sostanza il ruolo di amalgama sociale trasformandosi in nicchie suicide della speculazione mondiale che sull'Europa Unita contava per svuotare le economie più deboli e farne carta straccia, sperimentando nuove metodologie di tecnofinanza e di finanziamento a buon mercato per contrastare l'avanzata delle merci cinesi ed orientali con i soldi di interi popoli ridotti alla miseria.
Ma non è così che si combatte la mondializzazione del commercio e la paura della competitività, ci vuole un programma di innovazioni scientifiche e qualitative che batta le nazioni concorrenti appunto sulla qualità.
Ma che cosa abbiamo visto in questi periodi di magra: nessun incentivo alla ricerca, alle imprese, agli investimenti per lo sviluppo e pertanto gli Stati più forti, impauriti dalla concorrenza, hanno pensato bene di usare la Grecia e l'Italia come bacini di rifornimento di soldi a tassi usurai per poter finanziare le loro economie senza interessarsi minimamente del benessere degli altri popoli ridotti alla fame.
Finalmente ci si è risvegliati da questo incubo e adesso ritengo ogni Stato ritornerà pian piano all'interno dei propri confini, seguendo in pratica ognuno la strada economica giusta per il bene esclusivo dei propri popoli.
Vipom
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